
Hey amic@, parliamo oggi del lavorare come traduttore: un’attività che può essere molto gratificante, a livello personale e di quattrini.
Questa guida è lunga, circa 4.000 parole.
E la successiva ne ha altrettante. 😳
Capiscimi: non potevo farla più corta.
La tua vita è importante e il lavoro ne è una parte fondamentale.
Scrivere di meno sarebbe stato una mancanza di rispetto.
Leggila, se vuoi saperne di più su:
- quale tipo di traduzione paga meglio,
- quale sia più piacevole,
- come fare il traduttore online,
- lavorare nelle organizzazioni internazionali,
- come costruirsi una carriera da traduttore freelance,
- se si può fare senza laurea,
- etc.
Mi accompagni?
Allora, vediamo insieme se lavorare come traduttore è una possibilità reale per te e come puoi farlo.
Índice
Lavorare Come Traduttore: Introduzione
Gérard Macé, poeta e critico e prolifico traduttore francese, nel suo capolavoro Colportage pubblicato da Gallimard, definisce la traduzione come:
Una galleria di mormorii dove si ascolterebbe l’eco delle parole pronunciate in un’altra lingua e, nella maggior parte dei casi, in un’altra epoca.
La definizione è poetica, ma non imprecisa.
Lavorare da traduttore è lavorare nell’ombra: prendere parole in una lingua e trasportarle ad un’altra, con il minimo scarto possibile.
È un lavoro pazzesco.
Is That A Fish In Your Ear? Translation And The Meaning Of Everything, di David Bellos:
Questo libro è fenomenale. Un saggio sull’importanza della traduzione dell’interpretazione, nella storia ed oggi. Un vero page-turner per qualsiasi lettore. |
Il senso di una frase assemblata in una certa lingua, non è determinato dalla somma delle sue parole, ma anche dal contesto storico in cui la frase fu scritta e dalle sue infinite sfaccettature culturali.
Chiarito ciò, il traduttore si torturerà tra varie opzioni.
Che profondità storica dare alla traduzione?
Enfatizzare le differenze tra la lingua di partenza e quella d’arrivo, o ridurle?
Mettere la fonetica nell’equazione o toglierla?
Ricordo la prima volta che mi sono imbattuto nella Divina Commedia in spagnolo.
Mi sorpresi di quanto potevo capire.
Da noi, di norma, la leggiamo tale e quale la scrivette Dante nel XIV secolo.
E ovviamente, in una pagina c’è un 20% di testo ed un 80% di spiegazioni a margine.
Finisce che molti di noi la lasciano appena possono, perché la lettura è macchinosa.
L’edizione che trovai io per caso era tradotta in uno spagnolo arcaizzante, ma comprensibile ad un comune mortale contemporaneo.

Linguaggio, registro, stile… sono molte le decisioni che implica il lavorare come traduttore.
Facile?
Hmmm, no
Ogni traduttore finisce per sviluppare un proprio stile: per questo è giusto affermare che un buon traduttore è un creatore o co-creatore, un vero artista.
Ho un aneddoto interessante raccontatomi da Cristina Macía, la traduttrice di George RR Martin allo spagnolo.
Se hai letto la saga Cronache del Ghiaccio e Del Fuoco o visto la serie Il Trono Di Spade, puoi immaginare cosa intendo.
Come tradurre parole come dire wolf o King’s Landing?
In spagnolo, sono diventati huargo e Desembarco del Rey (in italiano: metalupo e Approdo del Re).
Winterfell (Grande Inverno), è invece stato tradotto Invernalia in spagnolo, che ad alcuni della casa editrice locale sembrò più adatto ad un produttore di trapunte 🛏 che alla capitale del nord di Westeros.
Cristina s’arrovellò non poco, inoltre, per tradurre l’araldica della saga dall’inglese allo spagnolo.
Insomma, lavorare da traduttore è spesso divertente, ma a volte non troppo.
Dire Quasi La Stessa Cosa: Esperienza Di Traduzione, di Umberto Eco:
Monumentale saggio sulla traduzione, scritto da un monumentale pensatore. Ne godranno i traduttori, gli aspiranti tali ed il pubblico generico. |
È chiaro che non tutti i traduttori godono di una simile libertà: traducendo schede tecniche di mobili per un negozio virtuale, ci sono meno dubbi.
Ma anche lì, il traduttore ha un margine di manovra.
Nel caso di libri e riviste (romanzi, poesie, saggi, etc.), ma anche nel doppiaggio, al traduttore bisognerebbe riconoscere i diritti d’autore.
Non succede in tutti i paesi, ed è un peccato.
Ma non è che i traduttori peraltro godano di prestigio.
Il 99% della popolazione non ne conosce nessuno.
Sapresti dirmi tu, senza cercare su Google, chi ha tradotto Stieg Larsson, Dostoevskij, Rousseau o Murakami all’italiano?
Appunto.

Lavorare Come Traduttore: Requisiti
La domanda del secolo:
Chiunque può lavorare come traduttore?
È una di quelle domande che ai traduttori fanno venire la pelle d’oca. 🤦♂
Solo per il fatto di padroneggiare due lingue, non si è automaticamente traduttori.
Io mangio cinque volte al giorno, ma non per questo sono un dietologo.
Raccolgo le olive d’inverno, ma la cosa non mi rende un olivicoltore.
Scrivo email tutti i giorni, ma ciò non fa di me uno scrittore.
Quelli che passano anni a prendersi una laurea in Interpretazione e Traduzione non sono dei pirla che hanno voglia di perder tempo.
È un’arte, una scienza, una disciplina che c’è da usare con responsabilità.
C’è da fare uno sforzo per diventare buoni traduttori, e c’è da farlo quando le lingue le si conoscono già.
In alcuni paesi ed alcune università, durante gli studi le lingue te le insegnano.
In molti altri, vanno subito al dunque con le competenze vere e proprie di traduzione.
L’Interprete e Il Traduttore: Un Lavoro e Una Passione, di Lorenzo Paoli:
Una buona introduzione ad ambedue le professioni. Raccomandabile per farsene un’idea. |
Ciò nonostante, non è indispensabile avere una laurea apposita per lavorare come traduttore.
Per lo meno, non nella maggioranza dei paesi.
Non ci sono requisiti legali.
NOTA: da tutta questa manfrina che ti racconto qui, è escluso il Traduttore Giurato. Per arrivare lì, sì che sono necessari dei requisiti legali.
Ne parlerò più avanti.
Però, aiuta avere la laurea?
Moltissimo, chiaro.
Un paio di punti da tenere a mente sono:
- la padronanza completa delle lingue con cui lavori
- una conoscenza approfondita di un paio di settori
#1 La padronanza totale delle tue lingue di lavoro
Se vuoi lavorare come traduttore tedesco>italiano, non basta un B2 in tedesco.
Conquista un C2.
Anzitutto, buona parte dei tuoi futuri clienti saranno tedeschi madrelingua: se non ti esprimessi come loro o quasi, ovviamente il lavoro lo darebbero ad un altro.
Poi, un B2 sarebbe sufficiente se il resto del mondo avesse massimo un B1.
Succede con molte lingue minori, che hanno pochi traduttori.
Ricordo casi di lingue come il mari, l’osseto, l’amarico, il mandinka.
Circa il tedesco, ti assicuro che c’è un bel numero di traduttori che hanno un Goethe-Zertifikat C2 appeso alla parete.
Mit Erfolg zum Goethe-Zertifikat C2: GDS – Quaderno degli Esercizi e Test + CD:
Uno dei migliori manuali per preparare l’esame Goethe-Zertifikat C2 di tedesco, diploma di grande utilità se intendi lavorare come traduttore dal tedesco. |
La traduzione umana è cara, per cui è ragionevole che agenzie ed aziende si aspettino il massimo da te.
Se si accontentassero di traduzioni mediocri, ricorrerebbero a Google Translate o simili.
#2 Essere specialista in un paio di settori
È basilare.
Lavorare come traduttore letterario non ti impedisce di tradurre testi giuridici, ma perché farlo?
Inconvenienti:
- Ti ci vorrà il triplo del tempo rispetto ad un traduttore giuridico,
- il lavoro sarà mediocre,
- non potrai far pagare al tuo cliente il tempo impiegato.
Prima di concludere il progetto, ti sarai buttato da un ponte.
La Traduzione Legale, di Claudio Abate:
Eccellente tomo per avvicinarsi al linguaggio giuridico. |
Sviluppare una grande esperienza in un determinato ambito è l’unico modo di farcela.
In due o tre campi pure si può; da quattro in su, o sei un genio o la qualità ne risentirà.
Specializzarsi è un investimento. Mantenersi al corrente di quanto succede nei tuoi settori, è ugualmente dispendioso in tempo e denaro.
Se hai scelto bene una o due specializzazioni, avrai progetti che genereranno introiti sufficienti.
Come farlo?
Beh, supponiamo che ti piace tradurre testi medici.
Potresti farlo per mezzi di:
- un master in Traduzione Medica;
- una laurea del ramo sanitario;
- leggendo e studiando abbondantemente, per conto tuo.
La traduzione è anche un ottimo modo di mettere a frutto un percorso accademico peculiare o interrotto, o delle conoscenze acquisite in modo extra-accademico.
Scientific and Technical Translation, di Maeve Olohan:
Buon manuale per esplorare la traduzione tecnica e scientifica. |
Ho conosciuto laureati in fisica che all’iniziare la facoltà non sapevano quanto sarebbe piaciuto loro tradurre libri e articoli scientifici.
E che avrebbero poi dedicato a questo mestiere il resto della vita.
Ho incontrato traduttori medici che hanno virato verso questo mestiere dopo aver studiato Medicina per alcuni anni; o anche dopo essersi laureati ed aver scoperto che l’esercizio della professione non era di loro interesse.
Lavorare Come Traduttore: C’è Lavoro?
Sì, in abbondanza.
Ce n’è tra lingue vicine e lontane: dall’arabo al portoghese, dal russo allo spagnolo, dall’italiano al tedesco, dal giapponese al francese.
Ce n’è tra lingue di uno stesso paese: le traduzioni di catalano, valenciano, galiziano, basco e spagnolo e viceversa in Spagna, per esempio.
O quelle di gaelico scozzese, manx e gallese all’inglese, nel Regno Unito.
Ce ne sono dall’inglese irlandese all’inglese americano, o dallo spagnolo della Spagna a quello colombiano.
Ce ne sono da lingue morte a lingue vive, ma anche da lingue vive a lingue morte (non scherzo).
Ce n’è di documenti contemporanei, di testi antichi, di codici legislativi, di normative dell’Unione Europea, di materiale audiovisivo
Di tutto.
Tradurre L’Audiovisivo, di Elisa Perego e Christopher Taylor:
Un libro ricco di informazioni su una branca della traduzione che non smette di crescere. |
Lavoro ce n’è a iosa.
Cliniche e ospedali, agenzie immobiliari, agenzie funebri, supermercati, studi legali, importatori ed esportatori, agenzie doganali, produttori di macchinari industriali, agenzie di pubbliche relazioni e marketing, industrie agroalimentari, hotel…
Mi si consumerebbero i polpastrelli a furia di scrivere tutti i settori in cui potresti lavorare come traduttore.
Lavorare Come Traduttore: Stipendio
I guadagni di un traduttore dipendono da un mucchio di fattori.
Per chi lavori: in azienda o con partita IVA propria.
In un’azienda potresti avere momenti di bighellonaggio su Facebook, ma lo stipendio lo decidono loro per te.
Come autonomo, the sky is the limit.
Settore: la traduzione letteraria paga poco, altri settori pagano di più.
Tradurre libri per l’infanzia, fosse pure dal bulgaro, non è pagato come tradurre bilanci di aziende quotate in borsa dal francese.
Orario: da autonomo, non hai limiti di orario (l’unico limite è l’esaurimento nervoso, che devi tenere in considerazione).
Lingue: combinazioni linguistiche frequenti, come inglese>spagnolo o italiano>spagnolo, ti genereranno introiti più bassi rispetto a cinese>italiano o amarico>italiano.
Eppure, otterrai probabilmente più progetti di inglese>italiano che di cinese>italiano.
Concorrenza: le nicchie non saturate possono dare molti, molti quattrini. 💰
I traduttori di maltese e irlandese, quando queste lingue entrarono nel club delle lingue ufficiali dell’Unione Europea, si riempirono il portafoglio.
Conosco persone che negli anni ’80 e ’90, con combinazioni come giapponese>spagnolo o cinese>italiano, guadagnavano in un mese lo stipendio di un amministratore delegato.
Oggi, con combinazioni linguistiche non troppo bizzarre, guadagnare tra 1.000 e 2.500 €/mese in Italia è fattibile, come autonomo o come impiegato, se lavori full time e sei un professionista.
Guadagnare di più è anche possibile, se lavori sodo, hai una combinazione di lingue ambita e sei specializzato in un’area importante.

Lavorare Come Traduttore: I Costi
Devi anche considerare le spese del lavorare come traduttore, che se lavori come autonomo saranno:
- tutte le tasse del caso;
- il commercialista che ti segue (potresti prescinderne, ma occhio a non complicarti la vita);
- il computer;
- la connessione a Internet;
- le licenze dei programmi informatici di traduzione, se li usi;
- i costi della formazione e dell’aggiornamento: seminari, libri, riviste, forum, viaggi, etc.
Ossia, sembra che lavorare come traduttore non abbia spese.
Ma… se lo fai per bene e ti attieni alle leggi vigenti, sì che ci sono costi ed è bene tenerli in considerazione. 💸
Lavorare Come Traduttore: Lo Stile Di Vita
Beh, dipenderà dal tipo di rapporto di lavoro che instaurerai con i tuoi clienti.
Lavorare come traduttore freelance non è la panacea per tutti.
Eppure, viviamo nell’epoca dell’apologia dell’imprenditoria: sembra che se non vuoi lavorare per conto tuo, automaticamente sei un perdente.
Penso piuttosto che per ciascuno di noi ci sia una formula lavorativa ideale.
Lavoratore dipendente
Il tuo unico cliente è il tuo datore di lavoro. Decide:
- i tuoi orari,
- il tuo calendario lavorativo,
- il tuo salario (in teoria lo negoziate tra di voi, ma in pratica non è così),
- il tuo ambiente di lavoro,
- le tue mansioni quotidiane.
Vantaggi:
- la sicurezza dello stipendio, normalmente fisso, a fine mese,
- i contributi previdenziali li apporta lui, in proporzione al tuo stipendio,
- il diritto a ferie pagate, permessi, indennità di disoccupazione, etc,
- la possibilità di accedere a progetti di un certo livello,
- l’opportunità di imparare dai colleghi e dai capi.
Svantaggi:
- se il tuo datore di lavoro è il tuo unico cliente, quando questo cade nel baratro, gli vai dietro,
- il salario ha un tetto,
- tutti i datori di lavoro vedono di buon occhio la formazione e l’aggiornamento professionale, ma non se devi assentarti dall’ufficio,
- se l’azienda non ha sufficiente lavoro per te, potrebbe dartene di altre lingue su cui non sei ugualmente ferrato o mansioni che esulano dalla tua area, perché evidentemente non puoi stare senza far nulla,
- la monotonia: se la tua ditta vende enzimi, tradurrai enzimi tutto il tempo.

Traduttore come secondo lavoro
Hai un lavoro principale e tradurre è un’attività a cui dedichi più o meno tempo, per cavarne alcuni euro in più.
Vantaggi:
- la possibilità di ottenere un introito extra,
- l’attività è stimolante, professionalmente e personalmente.
Svantaggi:
- a meno che il tuo lavoro principale non sia inerente a quanto traduci, patirai molto di più di un traduttore normale, perché la scarsa pratica ostacola l’accumulazione di una massa critica di esperienza,
- è facile che ti tocchino progetti insulsi e poco remunerativi.
A differenza di molti di quei guru che gridano stanno diventando tutti ricchi e tu sei l’unico minchione che è ancora povero in canna, io non vedo la possibilità di guadagnare miliardi di euro.
Eppure, tradurre come secondo lavoro può essere un’opportunità per molti.
Side Hustle: Build a Side Business and Make Extra Money – Without Quitting Your Day Job, di Chris Guillabeau:
Guillabeau s’è fatto una reputazione come consulente di aspiranti imprenditori. Spiega qui come lanciarsi all’imprenditoria minimizzando i rischi. |
Alcuni punti che io terrei in considerazione:
- Non prendere in giro i tuoi clienti. Non promettere loro tempi di consegna rapidi se non potrai rispettarli, né asserire d’essere uno specialista di un settore se non lo sei.
- Restringi il campo: se hai poco tempo per un simile secondo lavoro, centrati su una sola lingua e un solo settore.
- Evita i portali web di traduzione freelance più che puoi. È solo una lotta tra poveri per spartirsi poche briciole.
Lavoratore autonomo
I tuoi clienti sono quelli che tu (più o meno) decidi.
Sei tu il responsabile di tutto: orari, giorni lavorativi, guadagni, ambiente lavorativo, organizzazione del lavoro.
Vantaggi:
- sei il signore e padrone del tuo lavoro. Non hai bisogno di chiedere autorizzazioni se vuoi andare in vacanza, uscire per una commissione, reggere occhiatacce per essere andato al bagno due volte in un mezza giornata, etc,
- il tetto salariale lo definisci tu,
- puoi lavorare con più clienti e così non essere spiantato se uno di essi chiude baracca e burattini,
- scegli dove lavorare (più informazioni qui sotto circa i nomadi digitali),
- ti formi come, dove, quando e quanto ti pare.
Svantaggi:
- la solitudine. Essere autonomi è essere soli, a meno che tu non vada ad un coworking. Ma di nuovo, tradurre è un esercizio solitario, per cui…
- i clienti devi trovarteli tu,
- gestisci tutto tu: fatture, imposte, incassi, l’aria condizionata che si rompe, etc,
- devi creare delle routine che ti permettano conservare la salute mentale: organizzazione del lavoro e della vita privata, momenti di pausa, gestire vari progetti allo stesso tempo e clienti difficili, etc,
- lo stress: non puoi permetterti di non rispondere ad una mail di un potenziale cliente nel giro di poche ore.
Partita IVA Semplice: Apri Partita IVA e risparmia migliaia di Euro in tasse anche se non capisci nulla di Fisco, di Giampiero Teresi:
Una guida per valutare se aprire una partita IVA e come farlo. Mette da parte il difficile linguaggio burocratico e va al dunque. Uno dei pochissimi che sono riuscito a capire. |
Cosa preferisco io?
Ho lavorato molto, sia in aziende che per conto mio.
Al diventare autonomo, ho affrontato problemi che non mi aspettavo.
In realtà, sono gli stessi di chiunque entri nel popolo delle partite Iva.
Sì: ero uno di quelli che diceva uuuh questo succede a voi, a me non succederà.
Io non sono transitato al lavoro autonomo per traumi da lavoro dipendente, che è la retorica dei guru del buttati che tu sì che sei in gamba e diventa il boss di te stesso.
L’ho fatto piuttosto per ragioni di vita privata: avevo bisogno di flessibilità oraria e geografica e mi era impossibile ottenerla altrimenti.
M’è andata bene.
Molte erano le cose che mi piacevano:
- tradurre in sé,
- definire i miei propri ritmi di lavoro,
- risparmiarmi le due ore di traffico quotidiano che prima non potevo evitare,
- farmi i miei brunch iperproteici che in azienda sarebbero stati impraticabili,
- liberarmi di quei buchi neri di produttività che sono gli open office,
- fare pause pranzo di mezzora.
Ed altro ancora.
Ma come puoi immaginare, non è filato tutto liscio come l’olio.
Nel prossimo post sul tema, ti racconterò le gatte che ho dovuto pelare
Lavorare Come Traduttore: Istruzioni Per Vincere
#1 Scegliere le lingue
Essere traduttore finanziario di finlandese>yucateco ti darà meno lavoro dell’esserlo di francese>italiano, è un fatto.
La scelta delle lingue non è semplice, soprattutto perché uno di norma decide di dedicarsi alla traduzione quando già padroneggia le lingue.
Senza saperle, per quando sarai in grado di lavorare come traduttore, saranno passati anni.
Ci sono combinazioni linguistiche forti ed altre meno forti.
Come ti dicevo circa le specializzazioni, va dove ti porta il mercato con una lingua, e va dove ti porta il cuore con un’altra.
Puoi appassionarti alla letteratura georgiana contemporanea, però è probabile che la traduzione letteraria georgiano>italiano non ti dia da mangiare tutti i giorni.
La Voce Del Testo, di Franca Cavagnoli:
Curiosità, vita ed aneddoti di una grande traduttrice italiana. Una goduria. |
Invece, lavorare come traduttore di videogiochi, normative ambientali o newsletter di negozi online, sì che potrebbero alimentarti costantemente in un bel ventaglio di lingue.
Il mio consiglio: se ti piacciono le lingue, mettiti subito ad imparare una o due lingue.
È irrilevante che tu abbia 15 o 26 o 48 anni.
Se non diventassi comunque traduttore, otterresti lo stesso un cumulo di benefits:
- una lingua in più per il tuo lavoro e il tuo curriculum
- viaggiare più agevolmente
- l’Alzheimer posticipato di svariati anni
- più amicizie
- più film, libri, riviste, possibilità culturali
#2 Limitare il numero di lingue
Ci sono superdotati – linguistici, intendo.
Ciò nonostante, la maggioranza degli esseri umani non possono padroneggiare, ai livelli imprescindibile per lavorare come traduttore, quattro o cinque o sei lingue.
È un errore pensare che se aggiungessi il giapponese all’inglese, al russo e al turco che già sai ottimamente, guadagnerai più soldi.
Potresti! Però a che prezzo?
Con tre lingue in attivo, dovresti già avere un sufficiente flusso di lavoro.
Se non ce l’hai, forse non capti i clienti come si deve; o li capti bene ma non li coltivi; o lavori da schifo, che è pure una possibilità.
Altra cosa sarebbe imparare una lingua perché ti piace: lo facciamo tutti, traduttori e non.
Il giorno in cui tu abbia raggiunto una fluidità impeccabile in una di queste, perché non usarla lavorativamente?
Ma qui il ragionamento è diverso: le energie investite nell’imparare, diciamo, il polacco, vanno messe nel capitolo Hobby del libro della tua vita, non in quello di Miglioramento professionale.
Perché nel frattempo, dovrai continuare a formarti e perfezionarti nelle lingue che già usi.

#3 Possedere diplomi ufficiali di lingue
È un indubbio vantaggio, sia perché lo sforzo per ottenerli ti ha permesso notevoli miglioramenti, sia perché il mercato può richiederteli.
Per cui, se sei rumen@ e vuoi tradurre dal portoghese, ottenere il DUPLE, il famoso diploma di livello C2 di portoghese, può aiutarti molto.
Madrelingua persiano con un C2 Proficiency (il precedente Proficiency CPE del Cambridge) in tasca, ti sarà più facile portarti a casa dei lavori di traduzione.
Essendo italian@ con ambizioni di tradurre dallo spagnolo, passare il DELE C2, il popolare diploma di spagnolo dell’Istituto Cervantes, ti permetterà di superare non pochi concorrenti.
Ripeto quanto detto prima:
Un diploma ufficiale in una lingua non ti da automaticamente la bacchetta magica della traduzione.
È piuttosto un punto di partenza, dal quale sviluppare le competenze necessarie per tradurre.
#4 La traduzione diretta, meglio
La traduzione diretta è quella che si fa da una lingua di origine alla propria lingua materna.
Esempio: sei albanese, hai imparato l’inglese, traduci dall’inglese all’albanese.
Ma c’è pure la traduzione inversa: albanese>inglese piuttosto di inglese>albanese.
Si lavora di più con la traduzione diretta per ovvi motivi: il testo di arrivo sarà più chiaro e lo sforzo necessario sarà minore.
Allora, perché la traduzione inversa?
Nel mio caso, perché i clienti coi quali lavoro si fidano di me.
Mi dicono di non avere né il tempo né la voglia di cercarsi gente di fiducia per farlo.
Quando dico loro che le tariffe che applicherei sono più alte, accettano (quasi) senza protestare.
So bene che si tratta di eccezioni: se il volume delle traduzioni inverse superasse un punto critico, sì che troverebbero il tempo e la voglia di cercare qualcuno più a buon mercato.
Scrivere in italiano. Dalla pratica alla teoria, di Fabio Rossi e Fabio Ruggiano:
Gran testo su come scrivere bene in italiano. Obbligatorio anche per traduttori! |
#5 Avere la personalità giusta
Non tutti sono tagliati per lavorare come traduttori.
Non solo per le conoscenze, ma per il carattere.
Ci sono alcuni tratti della personalità che determinano il successo o meno di un traduttore:
- meticolosità
- perfezionismo
- curiosità
- capacità di concentrazione
- saper restare seduto per ore
- capacità di lavorare in solitario
Se non sono tuoi, sarà difficile essere un buon traduttore.
Tra l’altro, se ti vedono introverso e poco sicuro di te stesso, ti sarà più difficile incassare lavorando come traduttore freelance.
È un fatto.
#6 Tradurre come ultima spiaggia
Tradurre non è una cosa alla quale dedicarsi se tutto in vita tua è andato a rotoli.
Essere poliglotta aiuta. Parlare danese a livello C2 aiuta. Insegnare russo aiuta.
Eppure, nessuna di queste cose di per sé ti da il biglietto d’ingresso al mondo della traduzione.
Io vedo luci e colori, ma non sono per questo un buon fotografo.
Mangio e bevo, ma ciò non fa di me uno chef.
Per tradurre, fotografare e cucinare bene, ho bisogno di studio e pratica.
Incoraggio le persone a uscire dalla zona di comfort, ma la traduzione non è uno di quegli ambienti in cui si può peccare d’eccesso d’autostima.
Le traduzioni scadenti danneggiano il tuo cliente e te.
I dilettanti allo sbaraglio, inutile negarlo, sono uno dei grandi mali della professione.
#7 L’importanza delle varianti
Non ti mancheranno i lavori che richiederanno una variante specifica della lingua che parli.
Inglese australiano, francese canadese o spagnolo colombiano.
Doppiaggio, materiale scolastico, manuale di istruzioni…
Se ti sei formato in spagnolo cileno e devi tradurre dall’italiano allo spagnolo messicano, occhio.
Manual De Estilo De La Lengua Española, di José Martínez de Sousa:
Probabilmente il miglior manuale di stile dello spagnolo in circolazione. Per traduttori spagnolo>italiano o italiano>spagnolo, un must. |
#8 All’inizio, prendi quello che arriva
Specializzarsi in un paio di settori è una necessità, come ti dicevo.
Comunque, all’inizio la regola è: iniziare a tradurre.
Inizia da quello che ti ritrovi in mano.
Mano a mano, vedrai che ci saranno settori e tipi di traduzione che ti piaceranno di più.
Ho conosciuto molti che volevano dedicarsi alla traduzione dei videogiochi, per poi rendersi conto che risulta loro una gran palla.
Ore ed ore trascorse rimpiazzando parole in mezzo a linee di codice.
Molti pensavano di specializzarsi in traduzione economica, fin quando non hanno trovato l’oil & gas e non l’hanno più abbandonato.
Altri hanno trovato interessante tradurre i bugiardini dei medicinali o i report della FAO (ottimo posto per lavorare da traduttore, by the way), quando quello che avevano inizialmente in mente era incamminarsi verso la traduzione audiovisiva.
Non specializzarti prima d’aver capito quale settore preferisci.
#9 Master o non master
Se sei uscito dalla facoltà di Interpretazione e Traduzione o affini, buona parte dei prof e dei compagni ti diranno che è opportuno prendersi un master per specializzarsi.
Beh, un master fa la sua figura su un curriculum, e certamente imparerai cose.
Per cui, farlo o non farlo?
Io direi di aspettare un pò. Se dubiti, lavora per un pò di tempo.
Per varie ragioni:
- Un master non è l’unico modo di acquisire competenze e nozioni (alcuni master sono delle abominevoli porcherie, permettimi di dirlo).
- Ci sono corsi più corti, specifici ed economici che possono darti molto comunque.
- Un master in, per dire, Traduzione Informatica ti restringe ad un ambito concreto, e devi essere sicuro che non ti stuferai presto di software, hardware e tamburlani vari.
- Se la facoltà non ti è piaciuta, non serve aggiungere tragedia alla tragedia.
Non farti prendere dallo scoraggiamento, non pensare d’aver sprecato anni di vita: non è così.
Ci sono un mucchio di porte che si aprono grazie alle lingue e c’è vita oltre alla traduzione 🙂
#10 Impara l’informatica
Il tuo principale collega e arnese di lavoro sarà il tuo computer.
Più in là dell’obbligatorio pacchetto Office, ci sono molti strumenti di cui avrai bisogno quotidianamente:
#1 Programmi CAT o di Traduzione Assistita dal Computer: MemoQ, Déjàvu, OmegaT, WordFast, Trados… non servono in tutti i lavori, però in vari progetti sì che ti aiuteranno un boato.
In molti altri casi, sono indispensabili.
Sdl Trados Studio – A Practical Guide, di Andy Walker:
Un manuale per imparare ad usare il programma di TAC più popolare di tutti. |
#2 Programmi di autoedizione: QuarkXPress, Adobe InDesign…
Tieni presente che se oltre a tradurre hai dimestichezza con la grafica, puoi offrire anche questo servizio ai tuoi clienti, perché spesso le due cose vanno a braccetto.
E avere un solo interlocutore invece di due, piace a tutti.
Lavorare Come Traduttore: Conclusioni
Spero che questa guida sul lavorare come traduttore ti sia piaciuta.
È una professione che non ha barriere all’entrata, in generale; ma non per questo è più facilotta.
Se dovessi riassumere in poche parole quanto è imprescindibile, direi:
Leggere, studiare, tradurre. Tutti i giorni. 📖 ✍
Che tu voglia lavorare da traduttore per Netflix, per una casa editrice, in Italia o all’estero, come lavoro principale o come secondo lavoro, il mondo è pieno di opportunità.
Vuoi approfondire il discorso di lavorare per conto tuo? Allora leggi:
Lavorare Come Traduttore Freelance: Consigli e Strategie
Però aspetta un attimo…
… sei arrivato qui per caso e in realtà quello che volevi era assumere un traduttore?
In tal caso, butta un occhio su quanto posso fare per te come traduttore e vediamo se posso aiutarti.
Se la guida t’è piaciuta, dagli il 👍 e condividila sui social 🌐
Tra pochi giorni continuerò a parlarne con una seconda guida 😉
Come sempre, un abbraccio.
Il tuo consulente linguistico personale,
Fabio
Lascia un commento