Post molto istruttivo, grazie! L’ho passato a mio cugino, che vive vicino Valenzia ma non ne sapeva niente a proposito del valenziano! Ricordo all’università alcuni catalani che erano venuti in Erasmus, dicevano che potevano parlare in catalano con i valenziani. Come sonorità, mi piace quasi di più il catalano, dello spagnolo.
Ciao Antonio e scusa per il ritardo nella risposta.
Il tema è delicato. Una parte dell’indipendentismo catalano potrebbe desiderare un accorpamento con le altre zone in cui lingua e cultura catalane sono presenti, i cosiddetti Països Catalans. Nella Comunità Valenziana, nella pratica, l’appoggio a un tale progetto sarebbe quasi inesistente.
Quello che io trovo molto affascinante è il ruolo della lingua in queste dinamiche, come ho cercato di descrivere nel post.
Sono stato diverse volte in Spagna e non ne sapevo nulla! È vero che nel sud della Francia ci sono scritte in occitano, le vie, i cartelli con i nomi delle città quando entri… e ci assomglia molto al catalano.
Molto informativo, grazie Fabio!
Se chiedessi a un catalano o ad un francese che parli occitano, probabilmente ti dirà che sono lingue a sé stanti; dipende tutto dalla lente con cui le osservi. Per un marchigiano come me, i dialetti di Foligno, Macerata ed Ascoli sono diversi: per un trentino, sono identici.
Ad ogni modo, da un punto di vista di linguistica, occitano e catalano, e se vogliamo specificare mettiamoci pure provenzale e valenciano, sono lingue sorelle.
Se vuoi saperne di più, in questo post trovi come imparare valenciano, perché e come può tornare utile.
Ho appena visto un video sul Valenciano a cui mi interessato visto che a breve andrò a passare un po’ di tempo nell’entroterra (Olleria) e mi ha stupito la somiglianza con l’italiano.
Molto di più rispetto al Catalano, che conosco superficialmente, e non mi capacito di come il Valenciano sia così contaminato, essendo Valencia più lontana della Catalunya dall’Italia.
Sarebbe da approfondire la pista dei Borgia che accenni.
Grazie Clach.
Catalano e valenciano sono più vicini all’italiano dello spagnolo; ignoro quanta differenza ci sia tra una variante e l’altra, rispetto a questa prossimità con l’italiano.
È certamente vero che nei tempi del Regno di Aragona, che arrivò a dominare una bella fetta di Mediterraneo includendo parte dell’Italia, la porta d’entrata ed uscita era soprattutto la Comunità Valenziana. Più che la vicinanza terrestre, occorre secondo me guardare le rotte marittime.
I Borgia hanno portato il valenciano al Soglio pontificio, ma quantitativamente, dubito sia stato un agente di avvicinamento linguistico. Risultati più proficui potrebbero venire studiando i flussi di persone e merci nei territori italiani sotto dominio aragonese: ce ne sono pochi e frammentati, ad oggi. Oltretutto, generalizzando, non è chiaro da dove venissero i funzionari che si installavano in Italia. Per intenderci, non è che i barcellonesi andassero solo in Sardegna, i maiorchini in Sicilia e i valenziani a Napoli. Se ci metti anche che il catalano di Lérida (sotto i Pirenei) è simile al valenziano, o che ci sono isole linguistiche maiorchine in terraferma… il pasticcio è servito!
Ad ogni modo, imparare valenciano o catalano, maiorchino o menorchino… vai tranquillo: con l’uno o l’altro, non avrai problemi né nelle Baleari, né in Catalogna, né qui a València.
Molto interessante quest’articolo, Fabio. Pensavo che in realtà ci fosse maggiore uniformità tra il catalano di Barcellona e quello di Valencia. Ma le differenze sono solo a livello lessicale oppure anche grammaticale? E il catalano parlato ad Alghero è molto distante da quelli iberici?
Grazie Yari.
C’è un pò di differenza, sia lessicale che grammaticale che di pronuncia. Ma l’intelligibilità è totale.
Il catalano algherese è forse il più lontano di tutti. In Spagna, il catalano s’è castiglianizzato abbastanza nel corso dei secoli; nello stesso periodo, l’algherese s’è “sardizzato” e italianizzato un pò.
Ciao Fabio,
È vero, sono andato per curiosità ad ascoltare dei video in catalano su Youtube, e il catalano di Barcellona e di Valencia ha effettivamente sonorità più vicine al castigliano, mentre quello di Alghero aveva una forte connotazione sarda. Molto interessante!
Bel post. Confermo l’opinione su Chirbes: non lo conoscono in tanti ma merita davvero. E viva la paella :))
Post molto istruttivo, grazie! L’ho passato a mio cugino, che vive vicino Valenzia ma non ne sapeva niente a proposito del valenziano! Ricordo all’università alcuni catalani che erano venuti in Erasmus, dicevano che potevano parlare in catalano con i valenziani. Come sonorità, mi piace quasi di più il catalano, dello spagnolo.
Ciao Massimo,
Lingue ambedue terribilmente interessanti, sono d’accordo.
Per approfondire, trovi qui più informazioni su come imparare valenciano e come può esserti utile, e qui su come imparare spagnolo e perché dovresti farlo 😉
Interessante. Ma quindi, se la Catalogna diventa indipendente, Valenzia ne farebbe parte o no?
Ciao Antonio e scusa per il ritardo nella risposta.
Il tema è delicato. Una parte dell’indipendentismo catalano potrebbe desiderare un accorpamento con le altre zone in cui lingua e cultura catalane sono presenti, i cosiddetti Països Catalans. Nella Comunità Valenziana, nella pratica, l’appoggio a un tale progetto sarebbe quasi inesistente.
Quello che io trovo molto affascinante è il ruolo della lingua in queste dinamiche, come ho cercato di descrivere nel post.
Se t’interessasse approfondire, qui trovi come imparare il valenciano e la situazione sociolinguistica nella Comunità Valenziana.
Sono stato diverse volte in Spagna e non ne sapevo nulla! È vero che nel sud della Francia ci sono scritte in occitano, le vie, i cartelli con i nomi delle città quando entri… e ci assomglia molto al catalano.
Molto informativo, grazie Fabio!
Ciao Marco, grazie a te.
Se chiedessi a un catalano o ad un francese che parli occitano, probabilmente ti dirà che sono lingue a sé stanti; dipende tutto dalla lente con cui le osservi. Per un marchigiano come me, i dialetti di Foligno, Macerata ed Ascoli sono diversi: per un trentino, sono identici.
Ad ogni modo, da un punto di vista di linguistica, occitano e catalano, e se vogliamo specificare mettiamoci pure provenzale e valenciano, sono lingue sorelle.
Se vuoi saperne di più, in questo post trovi come imparare valenciano, perché e come può tornare utile.
Bel post istruttivo.
Ho appena visto un video sul Valenciano a cui mi interessato visto che a breve andrò a passare un po’ di tempo nell’entroterra (Olleria) e mi ha stupito la somiglianza con l’italiano.
Molto di più rispetto al Catalano, che conosco superficialmente, e non mi capacito di come il Valenciano sia così contaminato, essendo Valencia più lontana della Catalunya dall’Italia.
Sarebbe da approfondire la pista dei Borgia che accenni.
Grazie Clach.
Catalano e valenciano sono più vicini all’italiano dello spagnolo; ignoro quanta differenza ci sia tra una variante e l’altra, rispetto a questa prossimità con l’italiano.
È certamente vero che nei tempi del Regno di Aragona, che arrivò a dominare una bella fetta di Mediterraneo includendo parte dell’Italia, la porta d’entrata ed uscita era soprattutto la Comunità Valenziana. Più che la vicinanza terrestre, occorre secondo me guardare le rotte marittime.
I Borgia hanno portato il valenciano al Soglio pontificio, ma quantitativamente, dubito sia stato un agente di avvicinamento linguistico. Risultati più proficui potrebbero venire studiando i flussi di persone e merci nei territori italiani sotto dominio aragonese: ce ne sono pochi e frammentati, ad oggi. Oltretutto, generalizzando, non è chiaro da dove venissero i funzionari che si installavano in Italia. Per intenderci, non è che i barcellonesi andassero solo in Sardegna, i maiorchini in Sicilia e i valenziani a Napoli. Se ci metti anche che il catalano di Lérida (sotto i Pirenei) è simile al valenziano, o che ci sono isole linguistiche maiorchine in terraferma… il pasticcio è servito!
Ad ogni modo, imparare valenciano o catalano, maiorchino o menorchino… vai tranquillo: con l’uno o l’altro, non avrai problemi né nelle Baleari, né in Catalogna, né qui a València.
Molto interessante quest’articolo, Fabio. Pensavo che in realtà ci fosse maggiore uniformità tra il catalano di Barcellona e quello di Valencia. Ma le differenze sono solo a livello lessicale oppure anche grammaticale? E il catalano parlato ad Alghero è molto distante da quelli iberici?
Grazie Yari.
C’è un pò di differenza, sia lessicale che grammaticale che di pronuncia. Ma l’intelligibilità è totale.
Il catalano algherese è forse il più lontano di tutti. In Spagna, il catalano s’è castiglianizzato abbastanza nel corso dei secoli; nello stesso periodo, l’algherese s’è “sardizzato” e italianizzato un pò.
Ciao Fabio,
È vero, sono andato per curiosità ad ascoltare dei video in catalano su Youtube, e il catalano di Barcellona e di Valencia ha effettivamente sonorità più vicine al castigliano, mentre quello di Alghero aveva una forte connotazione sarda. Molto interessante!
Concordo!