
Hey! Questo è il secondo di due post, a proposito di come decidere quali lingue studiare.
Nel primo –> Quali Lingue Imparare: 9 Errori Che Devi Evitare, ti ho descritto alcuni errori che a volte si commettono.
Io li ho commessi, e siamo un bel mucchio.
Se vuoi imparare una nuova lingua e non sa come scegliere, prova col mio metodo e vediamo se a te funziona. Io, così facendo, mi sono tranquillizzato.
Indice
Quali lingue studiare: 3 fattori soggettivi
Forse i criteri da usare sono decine, ma per me i più rilevanti sono questi.
Inizio da tre fattori soggettivi.
#1 Utilità della lingua
La domanda è: questa lingua, ti sarà utile? La risposta dipende da molte cose:
- Chi sei,
- dove vivi, 🌎
- quanti anni hai,
- cosa studi o che lavoro fai,
- a cosa dovrebbe servirti questa lingua, ⁉️
- etc.
E la risposta non è così evidente. Se chiedi a dieci persone prese a caso, qual è l’utilità di imparare il gallese o il turco, nove su dieci si sbellicheranno dalle risate.
Saranno gli stessi nove che ti diranno che la cosa sensata è imparare inglese e francese, o se davvero fremi, russo e arabo.
Perché? ⁉️
Non lo sanno, però ti diranno che è perché c’è molta richiesta. 😏
Ma prendiamo il caso di Sonia, medico di Cremona, che vuole andare all’estero: in Galles, per esempio, c’è molta richiesta di professionisti del settore sanitario.
Parlare il gallese le darebbe una grossa spinta e probabilmente alcune centinaia di sterline in più di stipendio. Lì, francese o russo o arabo, potrebbero esserle meno utili.
O vediamo il caso di Jacinta, laureata in Economia e Commercio di València, che vuole rimanere in città.
A València come nel resto d’Europa, da quando Turkish Airlines ha colonizzato i cieli, si cerca gente che parli turco. 🧿
Ci sono offerte di lavoro nel turismo, nella logistica, nei servizi.
Tra l’altro, con la vicinanza di uno dei principali porti europei, affluiscono grandi quantità di merci dalla Turchia: molta elettronica, tessile ed agroalimentario.
Per lei, sembrerebbe più redditizio imparare il turco che il russo.
Non ho nulla in contrario a qualsiasi lingua, ma quello che serve ad una persona non serve ad un’altra.
#2 Piacere della lingua
È un altro punto da considerare. Ci sono legioni di persone che decidono di imparare il francese perché è melodioso.
C’è poco di linguistico e molto di culturale dietro la percezione di melodiosità di una lingua.
Ma in fin dei conti, è un criterio da valutare, quando decidi quali lingue imparare. È una scelta che ti porterai avanti per lo meno per alcuni anni.
#3 Interesse culturale
Non è un criterio da poco. Ho perso il conto di quanti mi hanno detto:
La cultura cinese è bellissima, e la scrittura pure. Ma la lingua parlata proprio non mi piace, non credo che la studierò.
Adoro il francese, ma i francesi non li sopporto.
Cosa vuoi che ti dica: la decisione è personale. 😐 C’è gente innamorata della mistica ebraica, la storia greca, la cultura olandese, il cinema iraniano.
O con la musica portoghese, lo shamanesimo kazako, la calligrafia cinese, il Kalevala, i racconti ancestrali degli aborigeni, il folk baltico, i trovatori provenzali, le civiltà inuit.
Quanta più passione, meno sforzo dovrai metterci.
Quali lingue studiare: 2 fattori oggettivi
#4 Facilità della lingua
In realtà, più che di facilità o difficoltà, parlerei di vicinanza e lontananza.
Ma mettiamo la questione da parte per ora, e atteniamoci a questa cosa del facile e difficile: questa infografia del Foreign Service Institute americano viene proprio come il cacio sui maccheroni. 🍝
Le ore necessarie sono calcolate secondo una stima del tempo di cui ha bisogno, un madrelingua inglese, per raggiungere un minimo di fluidità nel leggere e parlare.
Forse impazzisci per il K-Pop e ti piacerebbe imparare il coreano, ma quando vedi questo grafico e l’occhio ti cade sulle 2.200 ore stimate di lezione, pensi:
- il coreano mi piace sul serio, per cui lo imparerò. Punto e basta. 🇰🇷
O anche
- tra la scuola, l’università, la piscina, la famiglia, la coppia, gli addii al nubilato… ho già abbastanza da fare. Mi metto ad imparare il francese, che pure mi piace.
La facilità-difficoltà è da considerare, ma non dargli troppo peso.
Dedicarsi solo a quello che dà risultati rapidi è una pessima strategia, nelle lingue e nella vita.
#5 Disponibilità di persone che le parlino
Non mi riferisco alla quantità totale di gente che parla una lingua, ma alla possibilità di trovarli.
A València – Spagna, dove vivo, nessuno parla o insegna sanscrito. 🕉️
Se voglio impararlo ed usarlo, devo accettare di aver sempre bisogno di trovarne online. Non deve spaventarmi, perché mai?
Ma io uso già Internet per imparare ed esercitare altre lingue; ogni tanto mi piacerebbe vedere la luce del 🌞
Quali lingue studiare: materiali per approfondire
Prima di scegliere quali lingue studiare, concediti del tempo, pilucca qua e là qualche lingua, approfondisci quelle che ti sembrano più intriganti 👍
Io penso che un ottimo modo di farlo è con un corso Assimil, il pack con libro e audio. Nel mondo editoriale in italiano, ci sono pochi libri introduttori, che facciano un po’ una biografia della lingua: il perché mi sfugge.
O sono tomi imponenti, o sono raccolte di frasi per turisti dove leggi cose come
I’d like a coffee with milk, please
aid laic a coffi uif milk, plis
Al di fuori di Assimil, i testi più indicati che ho trovato per farmi un’idea di una lingua, sono questi. Li divido per lingua.
Introduzione al tedesco
Piccolo Viaggo Nell’Anima Tedesca è un must per chi ha interesse nella Germania o nel tedesco, da quasi vent’anni.
La Deutsche Vita (fenomenale, come titolo) è un libercolo più recente, ugualmente interessante, che copre temi toccati di meno dal precedente.
Li raccomanderei entrambi. Si parla meno di lingua e più di civiltà, ma sono dei mix interessanti.
Introduzione al francese
Breve Storia Della Lingua Francese parla di lingua, solo secondariamente di cultura.
Lato negativo: il piglio è accademico, quindi non è esattamente liscio come un romanzo da spiaggia. Lato positivo: è molto ben fatto.
Introduzione all’inglese
Breve Storia Della Lingua Inglese è ben scritto e lo raccomando.
Tuttavia, è breve davvero: se vuoi approfondire di più e un po’ d’inglese (a partire da un B1, può andare), puoi leggere il libro di Bill Bryson.
In Mother Tongue, il giornalista inglese scrive in modo avvincente.
Si lascia scappare qualche sviolinata a favore della sua lingua materna, più da tifoso che da saggista, però è uno spasso di libro. Realmente, il dubbio su quali lingue studiare, dovrebbe esulare dall’inglese.
Ma sono letture avvincenti, per cui le elenco volentieri.
Introduzione al greco antico
La Lingua Geniale, di Andrea Marcolongo: offre dati e dettagli sulla lingua vera e propria e in modo avvincente.
Capire il Greco, di di Rachele Pierini e Renzo Tosi: questo, invece, è più scolastico e adatto a chi ha già affinità col greco, e ugualmente ben fatto.
Introduzione al latino
La Lingua Latina, di Leonard R. Palmer: rigoroso
Viva il latino. Storie e bellezza di una lingua inutile, di Nicola Gardini: ironico.
Sono letture raccomandabili in realtà anche a chi non intende imparare il latino.
L’Occidente intero, e l’Italia, vengono da lì. È come conoscere i propri nonni.
Introduzione allo spagnolo
Storia Della Lingua Spagnola, di Alfonso d’Agostino
È un testo certamente ben fatto, ma che forse può scoraggiare chi vuole solo avere un’infarinatura della lingua, per vedere se la storia d’amore può quagliare o meno.
Tuttavia, è l’unico in circolazione di questo tipo. L’alternativa è un corso Assimil, o i libricini Avallardi degli anni ’80.
Introduzione all’aramaico
È un testo molto, molto accademico sull’aramaico.
D’altro canto è vero che sono pochi quelli che lo considerano quando pensano a quali lingue studiare. È ristretto soprattutto alle università o ai seminari.
A torto.
Ne so poco sull’aramaico, lo confesso, ma mi sembra ben scritto e documentato.
Introduzione all’ebraico
Ammetto d’avere un debole per la casa editrice Giuntina di Firenze. Mireille Hadas-Lebel è un’accademica ed ebraista francese, docente al prestigioso INALCO di Parigi.
Storia Della Lingua Ebraica è uno dei più belli che abbia letto: serve a schiarire le idee a chi è stuzzicato dall’idea di imparare l’ebraico, e ad allargare le conoscenze sul popolo ebraico in generale.
Introduzione all’arabo
Otro gran libro. La Lingua Araba è un viaggio appassionante all’interno dell’arabo e della peculiarità che rappresenta non solo per l’Islam, ma per l’intero pianeta.
Altro testo che tutti dovrebbero leggere.
Introduzione al cinese
La Scrittura Cinese Nei Secoli, di Magda Abbiati: si centra sull’evoluzione della scrittura cinese, un argomento che richiederebbe da solo un’enciclopedia intera.
La Lingua Cinese, di Magda Abbiati: anche questo interessante per chi è attizzato dall’idea di imparare il cinese.
Il secondo libro tratta del cinese ad ampio spettro. È un ottimo testo a cui, non capisco perché, hanno affibbiato una copertina un po’ raffazzonata.
Introduzione al giapponese
La Lingua Giapponese, di Marcella Mariotti.
Lei è, se non la numero uno, tra i maggiori esperti di giapponese in Italia. Questo testo è all’altezza della sua reputazione.
Introduzione all’yiddish
Yiddish. Lingua, letteratura e cultura, di Sheva Zucker.
Questo volume è il migliore scritto in italiano sulla curiosa lingua degli ebrei ashkenaziti.
Lingua che dalla Germania e all’Est Europeo è poi finita, per via delle convulsioni della storia, in America, Israele, Belgio, Gran Bretagna ed Estremo Oriente.
Introduzione alla LIS = Lingua Italiana dei Segni
Linguaggio e sordità, di Caselli, Maragna e Volterra
Le Lingue dei Segni, di Russo Cardona e Volterra
Mai pensato di imparare la Lingua Italiana dei Segni?
È un mondo affascinante e, secondo me, dovremmo tutti saperne un minimo come cultura generale.
La genesi delle lingue dei segni, la grammatica, le parole, sono terribilmente affascinanti.
Se ti sei chiesto domande come “ma come, c’è una lingua dei segni per ogni paese?” o “a che mi servirà mai?”, allora devi leggerli.
Se il dubbio è su quali lingue studiare tra polacco, turco, croato, russo, gaelico, svedese, finlandese… non ho mai trovato nessun libro o altro materiale.
Se ne conosci, please, fammelo sapere commentando qui sotto. Se però parli benino francese, hai un paio d’altre possibilità.
E se parli francese…
Se sapessi il francese (da un B1 in su) potresti spassartela con i libri della collana Parlons… de L’Harmattan.
La casa editrice francese pubblica testi specializzati in lingue di nicchia: islandese, ladakhi, bambara, gaelico irlandese, dialetti brasiliani, etc.
Hanno un fenomenale appeal vintage, e sono buoni: ne ho letti assai, mi sono piaciuti tutti.
Conclusioni
Spero che questo post su quali lingue studiare, ti sia piaciuto. Sono solo delle indicazioni: ognuno di noi dà un peso diverso a ciascun fattore.
Ci sono innamorati dei romanzi russi che leggeranno Tolstoj in lingua originale, a tutti i costi.
Non gl’importa un fico secco che il russo forse non abbia una funzione pratica nella loro vita, che non ci siano russi vicino per esercitarsi e ne macinano la complessa grammatica come un trinciaforaggio.
Questione di gusti, alla fine.
🙏 Ora, sai quali lingue studiare nel prossimo futuro? Commenta qui sotto e condividi 🙏
E ti saluto usando la mia prossima lingua 😉 ደህና ሁኑ!
Il tuo consulente linguistico personale,
Fabio
Ciao Fabio!
Complimenti per il tuo blog, lo trovo davvero ben fatto. Sono una linguista e insegnante di francese:) sono super indecisa se imparare il croato o il greco moderno. Con il greco avrei possibilità di praticarlo con degli amici (almeno nella scrittura) ma imparare l’alfabeto mi demotiva un po’! Il croato mi piace un sacco perché sono affascinata dalle lingue balcaniche ma poi oltre a un mio studio individuale non saprei bene che farmene (sono già stata in Croazia) e per il momento ho una grande lista di paesi da visitare (tra cui manda la Grecia e soprattutto Cipro)
Grande Chiara!
Uf, io davanti a un bivio come quello che descrivi, normalmente, lo prendo 😀 Prendo ambedue le lingue, a un po’ di distanza l’una dall’altra. Ma non sono un esempio da seguire.
Come scegliere? Se imparassi greco, hai già amici con il quale coltivarlo: è un grande punto a favore. Ma se scegliessi il croato, gli amici potrebbero poi esserne una piacevole conseguenza. Le lingue sono grandi generatrici di incontri 🙂
Tuttavia Chiara, imparare l’alfabeto ellenico è questione di poco, pochissimo tempo! Se il tuo unico dubbio è quello, buttati a pesce sul greco!
E grazie di leggere le mie manfrine 😉
Ciao Fabio, davvero tanti complimenti per i tuoi articoli. Ormai il tuo blog è un punto di riferimento per me! Io sono uno studente di Lettere moderne, parlo inglese e spagnolo. Attualmente sono fortemente combattuto tra il greco moderno e l’arabo, due lingue che trovo estremamente affascinanti, sia per la cultura sia per la scrittura sia per i Paesi che vi sono alle spalle. L’indecisione si basa sull’utilità e sull’attrattiva; l’arabo ovviamente risulterebbe più utile (specie se integrato con un po’ di francese sigh), mentre il greco moderno sarebbe molto più limitante “lavorativamente parlando”. Utilità o pura attrattiva? Ecco l’eterno dilemma che dilania ora la mia esistenza ahahah ma premettendo, come detto poc’anzi, che le amo entrambe!!!
Grande Luciano!
Uhm mica facile scegliere. Un po’ di criteri su cui magari riflettere: cosa vorresti fare poi con le lingue? C’è un ambito lavorativo che ti interessa? Nel caso dell’arabo, ti butteresti sull’MSA o qualche variante diglossica? Ti stai dando un’orizzonte temporale specifico? Le apprenderesti in Italia, in situ o un mix?
Magari potresti prendere un libro di ambedue, tipo Assimil o Hoepli, e darti tre mesi di tempo con una e tre con l’altra. Sei mesi sono un nulla, in the grand scheme of things, e poi potresti avere le idee più chiare. La parte dell’obbligo, diciamo, la stai già ottemperando con inglese e spagnolo, quindi esplora la prossima lingua da studiare in totale relax. Poi, raggiunto un B2 tra qualche anno, pensa magari a dedicarti all’altra.
Le ami entrambe: eeeehhh, a chi lo dici. 😍
Grazie di leggermi e buono studio!