
Heyyyyy, ci buttiamo ad est? Ti piacciono i manga, ti attrae lo shintoismo, ti affascina una civiltà con radici profonde e rami nel cielo del XXII secolo. Imparare il giapponese è un’avventura per audaci.
Ti stuzzica? 🇯🇵 Hehehe a chi non piacerebbe? Se volessi saperne di più, benvenuto al post-o giusto 😉
*Disclaimer*: per non complicare troppo un argomento di per sé complicato, ho generalizzato abbastanza in questo post.
I nipponisti potrebbero esserne turbati, ma cari amici appassionati di Giappone, questo articolo è soprattutto per quanti devono ancora entrare nell’affascinante mondo della lingua giapponese. Chiedo venia linguistica.
Indice
Imparare il Giapponese: la concorrenza è forte
Gli appassionati dell’Estremo Oriente si sono sempre divisi tra sinofili e nipponofili: cinese o giapponese. Per secoli, le due lingue si sono disputate il cuore degli orientalisti.
Dagli anni ’90, tuttavia, il cinese mandarino ha guadagnato spazio, senza citare il coreano che pure sta sperimentando un’impennata. Un attimo: il coreano? 🇰🇷
Oh yeah, a colpi di cultura pop, la Corea del Sud sta conquistando i cuori di australiani, algerini e terracquei di tutti i paesi. Le serie, la musica K-Pop, i film e una rete di istituti di cultura coreana che si allarga ogni anno di più.
Soft power senz’altro efficace. Però è innegabile, i due pesi massimi qui sono il giapponese e, soprattutto, il cinese. L’incredibile potenza economica della Repubblica Popolare e la curiosità che produce la sua cultura, ne sono le principali cause. Se ne parli bene o male, la Cina è sempre sui titoli dei giornali.
Ma allora, il Sol Levante del Giappone è destinato al tramonto?
Ma quando mai.

Imparare il Giapponese: perché è un’ottima idea
Il Giappone ha ancora molte carta da giocare:
- i fumetti ed i cartoni animati, vera industria
- l’economia giapponese che è e sarà per un bel pezzo ancora tra le prime del mondo
- le arti marziali
- un sistema educativo degno d’elogio
- una cultura ancestrale, chiusa ed esotica
Il Giappone sa che è sceso in classifica e si sta lanciando al contrattacco. Le Japan Houses di Londra, São Paulo e Los Angeles sono un inizio; i nuovi programmi di borse di studio, anche. Per cui, ci sono molte buone ragioni per imparare il giapponese.
Queste, per esempio:
- Il paese è ancora un grande sconosciuto. Ogni ponte gettato è il benvenuto.
- Il Giappone importa una gran quantità di prodotti ad alto valore aggiunto. È un mercato molto desiderabile per qualsiasi azienda. 💴
- Esporta volumi impressionanti di prodotti di ultima generazione.
- Offre una gastronomia di alto livello e vacanze indimenticabili.
- I giapponesi poliglotti sono troppo pochi.
- Il paese emette abbondanti flussi turistici e di grande potere d’acquisto.
- La storia del Giappone è di quelle che risvegliano l’interesse di tutti, pure di un terzino del Milan.
I samurai, lo shogunato, le religioni, la Restaurazione Meiji, le relazioni con il mondo esterno, gli zaibatsu e i keiretsu, la Seconda Guerra Mondiale. - Parlare giapponese ti permette oggi quello che parlare inglese ti consentiva negli anni ’70: raddoppiare lo stipendio, qualsiasi lavoro tu faccia.
- Imparare il giapponese, pure a bassi livelli, ti vaccinerà contro gli inevitabili piagnistei che avrai davanti alle difficoltà dell’imparare il francese o padroneggiare il persiano.
- A quanti le domandino se abbia la patente, Kate Beckinsale risponde: “No, però parlo russo“.
Tu potresti fare lo stesso con il giapponese: balli il merengue? “No, però parlo giapponese”.
Bazinga. - La calligrafia giapponese è una goduria per la mano che la traccia, il cervello che muove la mano e l’occhio che la osserva.
- Vorresti lavorare in Giappone. Magnifico obiettivo (non tralasciare il giapponese formale allora, e già che ci siamo, neppure il libro Stupore e Tremori, della spettacolare Amélie Nothomb, che parla di questo).
- L’arte giapponese è un next-level: i pittori del XVII secolo, le opere su carta di riso, le pagode, l’ikebana, i giardini, le porcellane di Imari, i torii. ⛩
- Imparare il giapponese, pure un poco, ti aiuterà a comprendere la cultura giapponese. Perché la lingua è veicolo della cultura ed è cultura.
- Se fai fatica a far spuntare il tuo CV da una pila di cinquecento curriculum, prova ad aggiungere il giapponese nella sezione Lingue 😉 in molti casi, ti permette di raddoppiare direttamente lo stipendio. 💰💰

Imparare il Giapponese: perché impararlo da casa
È meglio impararlo da autodidatti per molte ragioni, queste le principali:
- Vivere lì, per studiare giapponese in situ, è più economico di quanto la gente possa supporre, se non ci si va in stile Paris Hilton.
Ma è comunque una spesa importante che non tutti possono permettersi. - I corsi in Giappone sono fatti per farti perdere la speranza. Si insegna la lingua con metodi antidiluviani, che rendono la curva d’apprendimento quasi verticale.
- Trovare corsi di giapponese vicino casa tua può essere un’impresa, se non vivi in una capitale.
- E se ne trovi uno, è molto probabile che succeda come nelle scuole giapponesi, e che tu finisca in un manicomio.
- La vita in Giappone può essere alquanto indiavolata se arrivi senza sapere giapponese. Ci sono segnali per turisti e cartelli in kana per aiutare gli illetterati, ma non sottovalutare la sfida che è vivere in Giappone.
Riprenderò questi punti per ampliarli, tra poco. Tuttavia, riassumendo: studiare per conto tuo, con l’appoggio di un tutor privato, è il miglior modo di imparare il giapponese, garantito.
Materiali suggeriti per iniziare
Fortunatamente, in base italiana ci sono degli ottimi corsi per imparare il giapponese: alleluia! 😀
Se inizi da zero, hai un certo interesse ma non sai ancora se sposarti con la lingua giapponese, prendi solo il corso qui sotto. Secondo me, è il migliore per iniziare. Poi se scocca la scintilla, procederai con gli altri testi che ti indico sotto. Ma per ora, ecco Assimil:
Il Giapponese (Senza Sforzo), di Assimil: come sempre, uno dei migliori corsi da autodidatta. Se ci fosse pure un corso Perfezionamento, sarebbe ottimo.
Il Giapponese Senza Sforzo è il punto di partenza imprescindibile per chiunque abbia un approccio deduttivo all’apprendimento delle lingue: ti vengono presentati frammenti di conversazione e da lì si estrae tutto il contenuto didattico necessario.
Una lezione al giorno, minimo: se puoi farne due o più, adelante. Se invece hai l’impressione di aver mancato il grosso di una lezione, non temere, eccome se può succedere: rifalla e via. Quando hai capito un 70%, procedi pure.
Nota importante, se è lì che vuoi arrivare: il corso Il Giapponese Senza Sforzo indica come B2 il livello raggiungibile. Peeeeerò secondo quanto indicato da Assimil Italia, se dovessi presentarti a un esame JLPT, scendi giù al N3, che corrisponde ad un B1.
Ora, sei arrivato ad un punto cruciale. Ti sta piacendo il giapponese? Due sono le risposte possibili:
1️⃣ “Mi entusiasma quanto la malaria”: okay, è stato bello finché è durato, mi rivendo il corso di Assimil e via;
2️⃣ “Mi piace ma la difficoltà mi intimorisce”: beh sì, il dialetto romagnolo è più accessibile 😅 Scherzi a parte, io ti suggerirei di continuare a studiare, con i testi qui sotto, senza pretese irrealistiche (es: raggiungere un B2 in un anno) ma piuttosto godendoti l’immersione in questo esotico universo linguistico.
3️⃣ “Lo adoro”: cosa stai aspettando? Continua a leggere qui sotto ⬇️
È fatta? Ma quando mai! 🙂 C’è da continuare. Centriamoci un po’ sulla scrittura, ardua ma anche terribilmente affascinante:
La Scrittura Giapponese – Kanji di Assimil: ottimo per, surprise surprise, imparare i kanji. 😀
Introduzione Alla Scrittura Giapponese di Hoepli: molto buono per imparare i kana. Lo si può usare in parallelo al testo per imparare i kanji, o anche fare prima l’uno poi l’altro (io propenderei per questa seconda opzione).
Materiali suggeriti per continuare
Nei tre testi indicati qui sopra, hai le informazioni grammaticali necessarie per procedere.
Tuttavia, a volte potresti sentire il bisogno di approfondire qualche dettaglio grammaticale, soprattutto se sei deciso a fare sul serio 💪 in tal caso, io ti suggerirei quest’ottima grammatica:
Grammatica Giapponese, pure di Hoepli: ottimo manuale di consulta di qualsiasi dubbio o approfondimento grammaticale.
Dovesse arrivare un altro lockdown severo, spero che mi becchi dentro il magazzino centrale di Hoepli: altro che Netflix o fare il pane con il lievito madre. 🍞
Devi considerare che l’apprendimento dei tre sistemi di scrittura che si usano allo stesso tempo (hiragana, katakana e kanji) si può pure fare separatamente, ma in un testo reale troverai tutti e tre.
Poi, per coprire gli stessi livelli, esercitarsi di più o procedere con lo studio, sia Assimil che Hoepli offrono ottimi testi. La casa editrice torinese ha lanciato, da non molto, anche quaderni di esercizi a fianco dell’epica collana Senza Sforzo.

Aiutano assai a cementare le conoscenze, inutile dirlo. Fare un po’ di esercizi dopo aver concluso il libro di testo, o di tanto in tanto per mantenersi attivi, è ottimo.
Dizionario sì, dizionario no
Arrivato a questo punto, dopo alcuni mesi, ti sarai già messo a leggiucchiare in giro: manga in lingua originale, opuscoli turistici, le follie postate su qualche social network: ti mancherebbe un dizionario.
È moooolto presto per Weblio, il miglior dizionario monolingue giapponese disponibile (e gratis) sul web: un po’ come voler pilotare un Boeing 737 quando hai appena iniziato a pedalare. 🚲
Ma è presto pure per l’epico dizionario giapponese-italiano Shogakukan, in questo caso, come voler guidare un’auto da F1 quando stai prendendo dimestichezza con il falciaerba. 🚜
Io inizierei da una di queste cosette qui sotto:
1️⃣ Se con l’inglese vai forte, ti presento Jisho, dizionario online giapponese-inglese e viceversa: quello che mi piace di più. In italiano, non conosco dizionari internettiani così buoni.
2️⃣ Google Immagini: in molti casi, taglia corto e cerca una foto di quello che non comprendi. Per ermeneutica probabilmente non ti servirà, ma per melone sì. 🍈
3️⃣ Questa meraviglia biancorossa dello storico editore milanese, l’unico vero ponte lessicale tra la nostra madrelingua e quella del Sol Levante:
Il dizionario italiano-giapponese e giapponese-italiano di Hoepli: è quanto di meglio c’è in giro per giapponesizzarsi, di quei dizionari che prendi per cercare una parola e inizi un viaggio in stile Bilbo Baggins da una parola all’altra che dura pomeriggi interi.
E se non hai ancora materiali da leggere a mano (ne dubito ), potresti cimentarti con qualche lettura graduata in giapponese. C’è una collana che è fenomenale, per l’approccio didattico:
E se lo trovi utile, puoi sempre seguire con gli altri della stessa serie.
Fammiti dare ora un’altra serie di consigli, di quelli che mi sarebbe piaciuto avere quand’ho iniziato io.
Imparare a scrivere in giapponese
Vediamo come vincere una delle principali sfide di chi impara il giapponese: la scrittura. Ci sono alcune cosette che a me sono andate bene.
#1 Kana in primo luogo, kanji in secondo luogo
Ti renderai conto presto che i kanji, diciamo gli ideogrammi di origine cinese, sono più numerosi e complessi dei kana. Dedicagli tutto il tempo che sia necessario. Imparali separatamente però imparali ancora di più nel loro contesto naturale.
Ma quando sei proprio all’inizio, inizia dai 92 kana.
Chiamiamo kana i due sillabari da 46 simboli ciascuno: hiragana e katakana. I manuali scolastici per principianti li impiegano copiosamente. Per indicare la pronuncia dei kanji, in Giappone si usano i kana.
Difficile memorizzare 92 scarabocchi? Hmm no, non direi. È uno sforzo comparabile con quello di imparare l’alfabeto arabo o cirillico: in pochi giorni si imparano. E preparati per la sfida superiore, quella dei kanji.
#2 I tratti non sono casuali
I kana e i kanji non si scrivono come ti pare e piace, i kanji ancora di meno per il fatto d’essere più complessi. Devi rispettare l’ordine dei tratti.
Ci sono studenti autodidatti che hanno imparato ad eseguire i tratti in un modo che a loro sembra decente. Vanno pure veloci.
Un madrelingua, o uno studente più avanzato, si rende conto che hai scritto il carattere come pareva a te, e l’impressione che se ne ricava non è positiva. Hai scritto male: lo noterai anche tu negli altri, quando ne saprai di più.

#3 Prima di tutto, scrivi a mano
Che tu voglia o meno fare un esame ufficiale tipo il JPLT un giorno, imparare a scrivere a mano è fondamentale per imparare il giapponese. La grafomotricità, il movimento della mano che traccia i segni sulla carta, è un eccellente alleato della memorizzazione.
Con l’esercizio, vedrai che acquisterai velocità, eleganza e… scoprirai pure un efficiente sostituto della camomilla o dei libri da colorare. Sissignore: calligrafare rilassa. Penna, matita o pennello, vedrai che ti calmerà. 🧘♂
#4 Scrivere un kanji mille volte a mano non serve a memorizzarlo
In Giappone, la maniera classica di insegnare i caratteri ad un bambini è farglielo ripetere fino ad impararlo. Un grande boh da parte mia.
Penso che un bambino riesca a farlo perché il suo cervello è una spugna formidabile, oltre a vivere in un’immersione linguistica permanente. Noi, passati i 16 anni, in Lombardia o nelle Marche, temo che abbiamo già la zucca troppo dura.
Io sono arrivato a pensare d’essere diventato tonto. Potevo scrivere per ore di mattina, e nel pomeriggio scordare quanto imparato. Poi, ho trovato la chiave: inventarmi una storiella, o costruirmi un’immagine mentale curiosa per ogni kanji.
Siamo in molti ad averne beneficiato, non solo io, e a meno che tu non abbia la memoria visiva di un cyborg, vedrai che sarà la soluzione anche a alle tue rogne.
Esempio: 嵐, arashi, tempesta. Dato che si vede poco, allarghiamolo e identifichiamo i due componenti principali o radicali:
Quello sopra è montagna, quello sotto è vento o modo. Ma quello sotto possiamo dividerlo a sua volta in due componenti:
Ora, il kanji kaze è diviso nel radicale 几 marcato in azzurro che significa tavolo, e nel radicale 虫 in rosso che è insetto.
Dunque, un modo di fissarlo nella memoria è immaginarsi un insetto che, sotto il tavolo, cerca di proteggersi dalla montagna che gli sta cadendo sopra perché la tempesta è così forte da scombussolare la geografia intera. Et voilà arashi!
Ci sono alcuni manuali che iniziano ad usare quest’approccio, ma sono ancora difficili da trovare; è tuttavia l’approccio che funziona meglio.
Se pensi di imparare uno ad uno i 2.136 kanji che il Ministero dell’Istruzione giapponese considera necessari per capire un articolo di giornale, ripetendoli centinaia di volte, è meglio se cerchi la pozione dell’immortalità. Puoi anche giocare sulla pronuncia arashi, piuttosto che sulla grafia. O su ambedue.
L’importante è che siano storielle e situazioni assurde, perché si ricordano meglio.
#5 Scrivi con il computer
Una domanda che ognuno s’è fatto una volta nella vita:
Come scrivono i giapponesi, con la quantità di caratteri che ha la loro lingua?
Beh, la tecnologia aiuta. Grazie alla romanizzazione e all’informatica, il giapponese si può scrivere con qualsiasi programma tipo MS Word o OpenOffice Writer.
O Google Translate. Digitando il romaji, il programma ti suggerirà opzioni per trasformare il testo dai caratteri latini ai kanji e ai kana. È un esercizio diverso e complementare alla scrittura a mano.
Imparare il Giapponese: 12 consigli
#1 Usare un corso di giapponese per volta
La tentazione di usare due, tre, quattro manuali contemporaneamente è forte. Non farlo. Ci saranno occasioni in cui un corso ti sembrerà carente sotto qualche aspetto: cerca comunque di resistere e di finire il corso, prima di passare ad un altro.
Imparare una lingua è anche accettare che farai un bel po’ di strada senza avere la panoramica completa.
#2 Non tradurre direttamente dall’italiano
Non c’è verso che funzioni. Sono due lingue troppo diverse: abituati alla struttura della frase giapponese.
#3 Non aspettare anni prima di parlare
Se questa cosa ci succede con lingue come l’inglese o il tedesco, figuriamoci già con il giapponese: sperare di raggiungere la perfezione, prima di iniziare a parlare, è una corbelleria, per due ragioni.
La prima, è che la perfezione in giapponese non la raggiungerai mai: né tu, né nessun altro. La seconda, è che se ad un C2 ambisci avvicinarti, potrai farlo anche grazie all’esercitare scritto ed orale e molti, molti errori. Gli errori, quando si impara una lingua, non sono una tragedia: sono l’apprendimento stesso.

#4 Materiale extra di quello buono
Una volta gettate le basi, un ottimo esercizio è prendere un stesso testo in versione giapponese e italiana, e fare retroingegneria. I depliant turistici potrebbero andar bene, o libri come Il Piccolo Principe o Il Gabbiano Jonathan Livingstone.
Confrontare una stessa frase è ottimo: molti studenti, in anni in cui non c’erano né Internet né i corsi di oggi, hanno imparato molto con questi trucchetti.
#5 Se stai già studiando cinese, fermati e rifletti
C’è gente che dice riuscire a studiare contemporaneamente cinese e giapponese. Non so come facciano. Io sospetto che alla maggior parte, faccia più male che bene. 😒
I kanji sono solo una delle cose che interferiscono, ma non c’è neppure da tralasciare un altro fattore: la cosa migliore è, secondo me, imparare una lingua per volta. Se, ciò nonostante, sei un nerd incallito e non puoi non impararne due, fa’ in modo che una ti richieda meno risorse mentali dell’altra.
Esempi: arabo e portoghese, sanscrito e francese, giapponese ed inglese.
Puoi dedicare alla prima il 75% del tuo tempo e all’altra il 25%, e sei anche sicuro che non si intralceranno a vicenda.
#6 Appoggiati al romaji il meno possibile
Il romaji ossia la trascrizione del giapponese in caratteri latini, sembra una grande invenzione, però… è una stampella. Può aiutarti ad iniziare, ma non appena te lo lasci alle spalle, meglio.
Ci vorrà dello sforzo, chiaro, pero il romaji non è quella panacea didattica che tutti vogliono spacciarti per tale. Punto.
#7 Getta delle buone basi
Potresti pensare: non m’importa scrivere, io solo voglio parlare per Skype con i miei suoceri. Oppure: non m’interessa parlare, voglio solo leggere manga e Kenzaburō Ōe in lingua originale.
OK, però in ambedue i casi, è consigliabile che tu possieda almeno un livello basico avanzato, nelle quattro competenze: leggere, ascoltare, parlare, scrivere.

#8 Impara un po’ di cultura giapponese
L’inglese non richiede grandi approfondimenti di cultura anglosassone, che comunque in buona parte conosciamo. Con il giapponese, impossibile. La lingua è troppo legata alla cultura. I livelli di formalità, la struttura sociale giapponese…: senza una conoscenza del Giappone, semplicemente non si può parlare giapponese.
#9 Non andare così rapido
La voglia di imparare può condurti a siti web di notizie e raccolte di materiali per studenti avanzati. In questa fase, più che aiutarti, ti complicheranno l’esistenza. Meglio costruire delle basi solide, prima di andare a giocare in serie A.
#10 Non bruciarti
Per imparare una lingua, giapponese incluso, la pazienza e la perseveranza sono più importanti che un quoziente intellettivo alla Sheldon Cooper.
Se hai avuto una pessima giornata o sei troppo stanco per studiare, fa’ qualcosa di leggero in giapponese, come buttare un occhio a questo canale YouTube per imparare giapponese.
È un modo di prenderti cura del giapponese senza mandare in frantumi le tue sinapsi.
#11 In caso di dubbio, eccedi in formalità
I livelli di formalità in giapponese hanno bisogno di tempo per essere digeriti. Se non sai esattamente che tipo di formalità adottare con qualcuno, inclinati verso il lato formale.
È uno dei temi che più dibattiti suscita tra studenti: quanti dicono che è meglio imparare prima il linguaggio informale, suppongo siano quelli che hanno più contatti con giovani cosmopoliti.
In una società così stratificata, mi pare avventato, perché si rischia sempre d’offendere qualcuno.

#12 Viaggiare in Giappone va benissimo, però occhio
Le città minori sono più indicate per imparare il giapponese: sono meno internazionali, ragion per cui, ci sarà meno gente tentando di parlare con te in inglese.
Imparare il Giapponese: conclusioni
Diceva un famoso giornalista toscano, uno che aveva l’Asia nel cuore:
(…) Il Giappone, dal canto suo, reagì da camaleonte. Si fede esteriormente occidentale, copiò dall’Occidente tutto quel che poteva – dalle uniformi degli studenti ai cannoni, dall’architettura delle stazioni all’idea di Stato – ma interiormente cercò di diventare sempre più giapponese, inculcando nella sua gente l’idea della loro unicità.
[Tiziano Terzani, Un indovino mi disse]
Spero di avere destato in te l’interesse per il giapponese. 🇯🇵
È una lingua davveeeeeeero affascinante e valida: ti può dare molto a livello personale e professionale.
Quanto ho scritto qui, è un distillato della mia esperienza da autodidatta: con me ha funzionato, ed ho visto simili processi e risultati in altre persone.
Sia come sia, gli appassionati di giapponese siamo quattro gatti e dobbiamo coalizzarci: mi lasceresti qui sotto un commento, raccontandomi la tua esperienza e come sei arrivato qui? ✋
📲 Condividi il post con gli innamorati della fioritura dei ciliegi, del sashimi e delle pitture di Hokusai 🌊
Tornerò a scrivere sul giapponese: lingua, cultura, calligrafia. Ma per ora…
きをつけて!
Il tuo consulente linguistico personale,
Fabio
Molto bello il post. Vorrei chiederti quanto tempo pensi sia necessario per chi come me non ha conoscenze previe, nemmeno di cinese, per arrivare ad un B2. Ma avendo letto altri tuoi articoli, so che non è la tua domanda favorita (:
Ho messo nel carrello sia Hoepli sia Assimil, il ghiaccio e il fuoco. Vediamo.
Grazie mille Fabio, alla veneranda età di trentaquattro anni mi hai acceso la miccia della passione linguistica (:
Veneranda età 😂
Per arrivare ad un B2 in giapponese, c’è da lavorarci. Come saprai, è più lontano dall’italiano che non il dialetto marchigiano o il francese. Detto ciò, l’obiettivo deve motivare ma anche il piacere quotidiano di dedicare del tempo alla lingua, alla cultura, a capire un popolo. Io lo trovo profondamente affascinante.
Grazie a te Giulia per leggere le mie lunghissime manfrine 😀
Grazie mille per i tuoi post che sono molto utili. Sto preparando l’esame per il C1 di Inglese con il liceo e mentre aspetto che inizino i corsi stavo cercando il modo di prepararmi da sola e sono incappata nel tuo articolo, molto utile direi. Dopodichè sono andata a cercare questo articolo, dato che sto cercando di imparare il giapponese da autodidatta. Avevo provato nella scuola di lingue più vicina ma a causa del covid non fanno corsi di gruppo e le lezioni singole costavano 25 euro all’ora, che per una studentessa 17enne come me che lavora solo d’estate è una mazzata allucinante. Avevo già comprato il corso di Assimil e vedo con piacere che qui è il primo consigliato, tuttavia non sono troppo soddisfatta perchè vorrei dedicare quotidianamente più tempo alla lingua, però nell’introduzione del corso viene consigliato di non fare più di una lezione al giorno. Sono ancora decisamente troppo scarsa per praticare con materiale per i nativi (ovviamente) ma non so nemmeno come fare dato che, come in effetti dici tu, seguire due corsi contemporaneamente non è troppo consigliabile. In sintesi quello che volevo chiederti è: per una persona che studia giapponese da poco più di un mese e vorrebbe dedicarci un paio di ore al giorno, cosa si può fare per fare qualche passettino avanti anche al di fuori del corso Assimil? Fare 15 lezioni al giorno mi sembra poco utile
¡Grande Martina!
Assimil: il corso va con delle, diciamo, istruzioni. Ma in realtà gli assimilisti, abbastanza presto, poi adattano il metodo di studio a loro piacere. Io sono arrivato a fare 10 lezioni/giorno in certi casi (non con il giapponese): la fregatura, in molti casi, di partire così in quinta, è che uno poi si sgonfia con la stessa rapidità. Ma se la tua è passione verace, vai avanti e fai tutte le lezioni quotidiane che ti senti di portare avanti.
Hoepli pure ha ottimi materiali, ma appunto sconsiglierei l’uso simultaneo con Assimil perché sono due stili così diversi che potrebbe far andare in tilt il cervello.
Appunto dell’editore milanese è appena uscita la nuova edizione de Impariamo Il Giapponese, che inizierei subito se, ahimé, non avessi altre tre lingue in lista d’attesa, sigh.
In base inglese ci sono ulteriori corsi che sono interessanti, ma di nuovo, farli a fianco ad Assimil hmmmmm io eviterei.
Sì che invece raccomanderei un corso Pimsleur, che vedo come complementare. E finito il corso di Assimil, sì che ti suggerirei pure libri graduati, canzoni e manga didattici.
Grazie per i complimenti, in parte immeritati, ma anch’io ho un ego quindi mi fanno piacere 😀 buona nipponizzazione 🇯🇵⛩️
Ciao Fabio, io mi sono avvicinata al giapponese facendo subito alcune ca**te che hai bene illustrato su questo post (buonissimo, a proposito, grazie).
Vado a prendermi Assimil e dizionario e mollo le App.
Grazie mille, leggerti è piacevole oltre che illuminante.
Grande Kamila!
Complimenti apprezzati ma immeritati. Le parole lusinghiere mi fanno arrossire: ho le guance color Lacrima di Morro d’Alba in questo momento. 🍷😂
Buona nipponizzazione!
Ciao Fabio, pochi giorni fa in una libreria ho adocchiato un libro della giunti che si chiama “corso completo di giapponese”. Sebbene io non abbia in programma il giapponese al momento, mi chiedevo se tu l’avessi mai provato o se avessi mai provato in generale un corso di lingue della giunti. Se sì, che ne pensi?
Grazie anticipatamente
Grande Edoardo!
Purtroppo non ho mai usato un corso vero della Giunti, solo alcuni frasari turistici di quelli che venivano pubblicati negli anni ’70 (che se fossero ancora in circolazione, eviterei di usare).
Comunque, perché non provare? Magari sono fatti bene.
Grazie di leggere!
Complimenti per questo articolo Fabio, scritto davvero in modo utile, divertente e accattivante! Chapeau! Ti ho scoperto per caso in rete durante le mie ricerche linguistiche (sono una grande appassionata delle lingue proprio come te) e veramente mi hai incollato allo schermo! Bravissimo! ciao Stefania :-))
Grande Stefania!
Noi linguofili ci riconosciamo a prima vista 😉 heheheh.
Grazie di leggere 😉