
Se sei uno dei tanti italiani residenti in Spagna o aspiranti tali, che deve ottenere il diploma di valenciano della JQCV, questo post è per te.
In questo pezzo di Spagna, il valenciano è una lingua ufficiale, allo stesso modo dello spagnolo castigliano.
Do per scontato che sai già, a grandi linee, del plurilinguismo in Spagna e nella Comunità Valenzana, altrimenti puoi leggere questo post sulla lingua valenciana.
In questo post, non parlerò in profondità della lingua in sé, quanto di:
come imparare il valenciano e soprattutto dei diplomi di valenciano disponibili.
Vedremo qui perché potresti essere obbligato, perché potresti non esserlo ma comunque considerare di ottenere un certificato di valenciano, come e dove puoi impararlo, i pro e i contro dei vari metodi di studio, i materiali e le strategie consigliate.
ATTENZIONE Se hai già le idee chiare e vuoi sapere del nuovo Mitjà e come può aiutarti, da italiano a València, leggi qua ⤵ |
Ma condividerò con te anche le mie perplessità, le mie esperienze con questi esami, e come sono serviti a me i miei diplomi di valenciano.
Se come me sei arrivato qui in cerca di opportunità, è logico che cerchi di armarti di ogni possibile strumento per farcela.
Forse non è l’America, ma opportunità ce ne sono: si può trovare lavoro in Spagna, si può trovare lavoro a València e vivere discretamente. Iniziamo subito, ma alla luce dei recenti cambiamenti nella struttura degli esami ufficiali, devo fare un preambolo.
***
DISCLAIMER!
Mi piace informare come si deve e per farlo devo scrivere molto. Se l’argomento ti interessa ma non troppo, puoi consultare direttamente l’indice qui sotto. O anche andare a guardare le ultime corbellerie postate dai tuoi amici su Facebook.
Indice
Gli esami della JQCV: passato e presente
Nella Comunità Valenzana, c’è una politica linguistica che difende e promuove l’uso del valenciano in tutti gli ambiti. In quello della vita democratica, e nelle relazioni dei cittadini con le amministrazioni pubbliche, c’è una Legge specifica che se ne occupa.
La domanda nasce spontanea: Ma i valenzani, non parlano già valenciano a livello madrelingua? Che bisogno c’è di certificarlo?
⏩ Non tutti lo parlano, e quanti lo parlano non hanno necessariamente un buon livello.
Osserva questa mappa: a verde più intenso, corrisponde un miglior livello di valenciano.

La situazione è variegata:
– c’è gente che lo ignora totalmente;
– ce n’è che comprende il valenciano ma non lo parla;
– c’è chi lo parla ma non sa scriverlo (l’ortografia del valenciano è difficile);
– c’è chi l’ha imparato in famiglia, per cui sa parlare solo di cose dell’ambito quotidiano;
– ed infine c’è chi è convinto di parlare valenciano ma in realtà ne parla solo un dialetto (e normalmente sono quelli che agli esami si prendono le sberle più sonore).
Per fare ordine, è arrivata la JQCV, sigla per Junta Qualificadora de Coneixements de Valencià: organismo vincolato alla Generalitat Valenciana, il Governo regionale.
E di che si occupa?
#1 preparare gli esami di valenciano;
#2 organizzarli e portarli a termine nelle epoche dell’anno stabilite;
#3 correggerli, comunicarne il risultato ed emettere i diplomi.
Com’erano gli esami della JQCV fino al 2017?
Come accennavo prima, c’è un cambiamento in corso. Finora, gli esami erano quattro:
– Oral: A2
– Elemental: B1
– Mitjà: C1
– Superior: C2
C’erano anche altri tre esami, destinati a persone che non solo parlano valenciano perfettamente, ma che siano dei veri professionisti della lingua: uffici stampa, uffici di normalizzazione linguistica degli enti pubblici, mezzi di comunicazione, formazione ad altri professori, etc.
A partire dal C1, si poteva accedere a due di questi esami: Llenguatge administratiu e Correcció de textos.
E con il C2 in tasca, si poteva aspirare a Llenguatge als mitjans de comunicació. E adesso?
Come saranno gli esami di valenciano della JQCV a partire dal 2018?
Il Governo valenciano ha messo in atto una riforma radicale, che si vertebra su tre assi:
#1 Gli esami di valenciano si avvicinano al Quadro Comune Europeo Di Riferimento Per La Conoscenza Delle Lingue. Era ora.
Il passo successivo sarà quello di entrare nell’ALTE ed avere un riconoscimento ufficiale del titolo nel resto dell’UE;
#2 Si passa da quattro a sei diplomi disponibili:
A1: nuovo, più che un diploma sarà un certificato d’assistenza a corsi di formazioni impartiti in una varietà di strutture;
A2: il vecchio Oral;
B1: il vecchio Elemental;
B2: nuovo;
C1: il vecchio Mitjà, con esame spezzato in due giorni diversi;
C2: il vecchio Superior, con esame spezzato in due giorni diversi.
Se vuoi ulteriori informazioni sul nuovo Valencià Elemental, che adesso si chiama semplicemente B1 di Valenciano ⤵ |
#3 I tre diplomi specialistici avanzati, chiamati anche Certificats de capacitació tècnica, sono gli stessi.
#4 Meno grammatica e più competenze comunicative (evviva!).
⏩ Meno montagne di eccezioni grammaticali e minuzie ortografiche, e più comunicazione vera.
Ora varrà di più essere capaci di trasmettere un messaggio in modo efficace.
#5 Sarà più facile convalidare i titoli di studio ottenuti in altre istituzioni, università e compagnia bella.
#6 A partire da quest’anno, anche le Escuelas Oficiales de Idiomas e il consorzio universitario CIEACOVA potranno sottoporti a questi esami di valenciano.
Ci sono tuttavia differenze, per quanto riguarda l’età minima per partecipare, le date, i prezzi… i tre esami specialistici si potranno fare solo con la Junta Qualificadora, etc. Secondo me, è innecesariamente complicato: ragion per cui continuerò a fare riferimento solo agli esami gestiti dalla JQCV.
Oltretutto:
– sono gli esami che conosco meglio;
– la Junta Qualificadora è l’entità che li ha sempre gestiti da quando sono stati creati, mi dà un plus di sicurezza;
– sono ad oggi quelli che costano di meno.
Sarà meglio o sarà peggio, adesso?
Molto, molto meglio: non credo ci sia mai stata una migliore epoca per ottenere un certificato di valenciano. Se non ce l’avessi già, mi sbrigherei a prenderlo; sia mai che i nostri governanti cambino idea.
Ma alla fine della fiera, perché imparare il valenciano? Per un bel numero di ragioni. 😉
Perché imparare il valenciano ed ottenere un diploma?
Per esempio:
#1 Vuoi lavorare nel pubblico impiego, nella Comunità Valenzana, e sei obbligato ad averlo.
La miriade di italiani che vengono a lavorare come infermieri o dottori, o ad insegnare italiano a València e regione, ricade in questa categoria.
⏩ Superfluo dire che lo spagnolo devono già parlarlo bene.
#2 Vuoi lavorare nel pubblico impiego qui e dà punteggio, anche se non c’è obbligo (turismo, amministrazione, etc).
#3 Vuoi studiare qui.
Erasmus a València, un anno di scuola superiore, un intero corso di laurea o un dottorato in una delle università della Comunità Valenzana.
Se ti impartono una materia in valenciano, dovrai conoscerlo; se la materia fosse invece la stessa lingua valenciana, con un attestato di valenciano in mano potresti chiederne l’esonero. E ci sono ulteriori ottime ragioni:
#1 Vuoi lavorare nel settore privato e vantare così un’arma in più.
Sono molti i casi in cui imparare il valenciano può fare la differenza tra il trovare lavoro a València o restare disoccupato.
#2 Vuoi approfittare dello stimolo dell’esame per imparare bene la lingua.
#3 Vuoi vivere in una zona valencianoparlante.
#4 Vuoi conservare questi benefit pure se ti trasferissi nelle Baleari, in Catalogna o zone limitrofe.
Lì, la lingua è ancora più diffusa ed importante che nella Comunità Valenzana.
⏩ Per poter lavorare a Maiorca o a Barcellona, indispensabile.
#5 Il valenciano è facile da imparare, per un italiano. Non rinuncerei all’opportunità di mettere una lingua sul curriculum con, relativamente, poco sforzo.
#6 È una lingua interessante a livello culturale.
Si trovano ottimi libri in valenciano, commedie, canzoni, film. Vedrai.
#7 Praticare il valenciano con esseri umani in carne ed ossa è facilissimo.
Se hai cercato per anni di trovare un francese con cui fare uno scambio linguistico a Forlimpopoli o un tedesco a Portogruaro senza trovarlo, ora puoi rilassarti. C’è abbondanza di gente valenciana madrelingua ovunque.
#8 Si può imparare valenciano gratis o con una spesa irrisoria.
I libri a poco prezzo abbondano e nessuno degli esami della Junta Qualificadora supera i 30 euro.
Qui sotto le tasse del 2022:

#9 Con ventiquattro centri d’esame in tutta la Comunità Valenzana, avrai pochi chilometri da fare per presentarti all’esame.
La loro distribuzione capillare ti garantisce un centro d’esame a due passi dovunque tu viva, Morella o Guadalest che sia.
#10 La richiesta di certificati di valenciano aumenta costantemente.
Seguimi ora nel vivo della questione.
Dove posso imparare il valenciano?
Come spiegavo in questo post precedente sul valenciano nella Comunità Valenzana, gran parte di quanti arrivano da fuori, finora non imparavano il valenciano. Per gli altri, si organizzano una varietà di corsi:
#1 le Escuelas Oficiales de Idiomas, presenti con sedi principali ed aularios tanto nelle capitali di provincia come nelle città principali;
#2 le Escoles Permanents d’Adults ed altre iniziative organizzate dai municipi, frequenti nelle zone in cui il valenciano è la lingua maggioritaria;
#3 le Academias de estudios, scuole private di una varietà di discipline tra cui il valenciano, orientate soprattutto alla preparazione degli esami;
#4 corsi presenziali organizzati da altri organismi pubblici, tipo i Servef (Centri per l’Impiego), ma anche strumenti online tipo questi qua.
Per tutto questo, ti sarà chiaro che se uno vive qui, opportunità di impararlo certamente ne ha: ho solo forti dubbi sull’efficacia dei corsi presenziali.
Pro e contro dei corsi presenziali di valenciano
Indicherò virtù e vizi dei corsi di gruppo organizzati nella Comunidad Valenciana.
#1 Escuelas Oficiales de Idiomas
Pro:
– costano poco.
Contro:
– la burocrazia elefantiaca;
– la scarsa flessibilità che hanno, per cui se impari più rapidamente, o più lentamente, dei tuoi compagni di classe, non puoi frequentare il corso superiore od inferiore;
– se il professore che ti tocca è pessimo, non puoi farci niente;
– gli orari tengono più conto delle necessità della scuola che di quelle degli studenti.
#2 Escoles Permanents d’Adults e simili
Pro:
– offrono corsi gratis o quasi.
Contro:
– troppo spesso sono iniziative dilettantistiche e perdi solo tempo;
– alcuni professori non sono affatto qualificati per insegnare il valenciano normativo, dato che conoscono giusto il loro dialetto;
– troppe classi sono dei pot-pourri di ventenni disoccupati, pensionati annoiati ed adulti che sono finiti lì dentro perché il corso d’inglese era al completo;
– molti contestano costantemente il professore, perché secondo loro le autorità hanno creato una lingua artificiale che non appartiene a nessuno;
– dato che sono quasi tutti della regione, la docenza si limita al correggere il valenciano parlato popolarmente e l’ortografia, più che sull’insegnarlo da zero, per cui un italiano si potrebbe trovare come un pesce fuor d’acqua.
#3 Academias de estudios
Pro:
– sono presenti ovunque;
– organizzano tutte corsi di valenciano;
– sono flessibili con gli orari.
Contro:
– sproporzionatamente care per quello che valgono;
– si fa un gran numero di simulazioni di esami, il che è utile ma paghi 15 minuti di lezione come un’ora intera;
– essendo centrate sul passare l’esame, spesso uno ha la bizzarra impressione di non avere una vera conoscenza della lingua.
Meglio sarebbe acquisire una solida base di valenciano prima, per poi prepararsi all’esame.
#4 Altri corsi presenziali o strumenti online
Pro:
– sono quasi sempre gratuiti.
Contro:
– i corsi finanziati dal Servef per i disoccupati sono pochi, male organizzati e pieni di gente, per cui è pure difficile essere ammessi.
Ti fanno un favore se ti escludono. Sul web, d’altra parte, c’è di tutto: di siti con esercizi, chiarimenti e quant’altro ce ne sono molti, ma con errori. Soprattutto, c’è confusione su quanto è valenciano normativo, quindi accettato dalle autorità, quello che ti verrà proposto in sede d’esame; e quello che normativo non è.
⏩ Alcuni blogger e professori (sigh) propongono un valenciano non normativo, per ignoranza o crociata ideologica personale. Purtroppo, non sempre lo indicano a chiare lettere nel loro sito o nei loro PDF.
Ne sa qualcosa Chiara, ragazza di Roma che si preparò all’esame C1 Valencià Mitjà con materiali così, per scoprire giusto un paio di giorni prima che aveva sbagliato tutto.
Per intenderci, il valenciano propugnato dalla Real Academia De Cultura Valenciana e da Lo Rat Penat, non è normativo. Non importa l’apparenza istituzionale che abbiano: con questo valenciano, non passerai gli esami della Junta Qualificadora de Coneixements de Valencià. Non fare affidamento su questi corsi.
C’è un altro modo per imparare la lingua e passare l’esame.
Prepararsi all’esame di valenciano da autodidatta ed ottenere il diploma
⏩ Sono estremamente incline a evitare i corsi di gruppo.
Imparare il valenciano da autodidatta, preferibilmente con l’aiuto almeno saltuario di un tutor, è molto più efficace.
Le competenze che dovrai dimostrare sono le famose quattro:
– Comprensione Orale
– Comprensione Scritta
– Espressione Orale
– Espressione Scritta
E per prepararti dovrai, anzitutto:
#1 Sapere il tuo punto di partenza: sai già qualcosa di valenciano o si tratterebbe di iniziare da zero?
#2 Decidere a quale esame ti presenterai. È evidente che un C1 ti aprirà più porte di un A2.
#3 Avere un’idea di quanto tempo hai per prepararti.
Normalmente, la prima sessione d’esame della Junta Qualificadora è a giugno e puoi presentarti ad A2, B1, C1 ed ai tre esami specialistici; la seconda sessione, tra fine ottobre e metà novembre e puoi presentarti a B2 e C2.
Le iscrizioni si fanno due o tre mesi prima: occhio alle date.
#4 Scegliere che strategia adottare. Se inizi per tempo a studiare valenciano, hai la possibilità di vedere se riesci a progredire da solo, o se e quanto ricorrere ad un professore privato.
Come imparare il valenciano
Questi sono i passi che io ho seguito: mi hanno permesso di ottenere il diploma A2 il primo anno di studio, e il certificato Valencià Mitjà di livello C1 al terzo anno.
#1 Lavora con dei buoni manuali di valenciano e un dizionario valenciano – spagnolo
⏩ Attenzione: per via del cambio recente, occhio a non farti rifilare un libro che sia orientato all’esame precedente.
Qui sotto ti suggerisco alcune risorse secondo la nuova norma, oltre ai temi dell’esame: le novità nazionali e mondiali dell’ultimo anno, scienza, cinema, premi letterari, cultura valenzana.
Ho conosciuto svariate persone che si sono presentate all’esame senza aver letto granché.
Per acquisire il lessico, si sono fatte mangiate epiche di flashcards e liste di parole, tipo: i trenta frutti più comuni, i trenta elementi chimici più diffusi…
⏩ Lo trovo noioso ed inefficace.
Avere un contesto dove mettere le parole, associarle a un evento o frase letta, è per me fondamentale: molti professori madrelingua non se ne rendono conto.
Servono libri, conversazioni, libri, video, libri.
Come spesso succede, libri di lettura di valenciano basico, sono testi per bambini fino a 11-12 anni. Alcune persone possono trovarli noiosi: nonostante tutto, sono una fonte di apprendimento non indifferente. A te la scelta.
Per imparare il valenciano A1-A2:
Va De Bo! Nivell Oral de Valencià (A2), della casa editrice Bromera: il migliore in circolazione e l’unico adattato al nuovissimo formato dell’esame.
Nou Diccionari Multiús, della casa editrice Bromera: è un dizionario adattato ad una persona alle prime armi con la lingua. Straordinariamente utile, perché ti permette di centrarti sul tuo livello, con esempi e spiegazioni degli errori più comuni, senza essere distratto da termini che in questo momento non ti servono, come cucurbitacea o piroclastico.
L’home que plantava arbres, di Jean Giono, casa editrice Viena: un libretto facile e affascinante, che ti permette di iniziare a leggere in valenciano e di riguadagnare fiducia nell’umanità. La traduttrice era, a sua volta, una scrittrice di successo.
Només seran quatre gotes, di Mònica Usart, per i tipi di Bridge: un testo abbordabile sul clima, adeguato a questo livello. Nel mio esame A2, uno dei temi fu il cambiamento climatico.
Per imparare valenciano intermedio:
A maggiori competenze linguistiche, maggiori aree di competenza generali.
De Dalt a Baix – Valencià nivell B1, di Bromera: di nuovo, il miglior libro di testo di valenciano in circolazione per questo livello.
De Dalt a Baix – Valencià nivell B2, di Bromera: idem, anche per il livello B2.
ATTENZIONE: per informazioni dettagliate sul diploma B2 di valenciano, leggi qui ⤵ |
L’Illa del Tresor, collana Clàssics A Mida, casa editrice Anaya: libro adattato dal celebre romanzo di Robert Louis Stevenson, è stato riconfigurato per dodici-tredicenni madrelingua valenziani. Ma va bene anche come lettura per adulti, con un livello A2-B1: per stile, tematica e lingua usata.
Con libri più complicati, uno potrebbe stufarsi a forza di cercare le parole sul dizionario e decifrare costruzioni e verbi.
Tirant Lo Blanch, casa editrice Bromera: romanzo cavalleresco scritto dal valenzanissimo Joanot Martorell nel XV secolo, è il capolavoro indiscusso della letteratura in valenciano. Uno dei libri più belli che abbia mai letto.
Gràcies per la propina, di Ferran Torrent, casa editrice La Butxaca: uno spaccato di vita familiare valenzana, romanzata magistralmente da Torrent. Il libro ha vinto nel 1994 il Premio Sant Jordi e, beh, continua a vincere il favore dei suoi lettori.
Roma Explicada Als Joves. I Als No Tan Joves, di Joaquín Ruiz de Arbulo, cada editrice Viena: una narrazione, arricchente ma non troppo densa, sulla storia di Roma e la vita quotidiana dell’Impero.
Imparare in valenciano cose conosciute nella tua lingua madre, mette il turbo al tuo apprendimento.
Tra l’altro, il gergo storico, lo stile usato e l’uso dei passati tornano utili.
100 Mites De La Ciència, di Daniel Closa, pubblicato da Cossetània: educativo e abbordabile, fa una panoramica a 360 gradi sulla scienza e sulle pseudoverità scientifiche. Non approfondisce nessun tema in speciale, ma fornisce un concentrato di lessico scientifico e frasi chiave.
Per imparare valenciano avanzato:
Come avrai capito, mi piacciono i manuali della casa editrice Bromera. Tuttavia, non sono monogamo in fatto di corsi di valenciano.
Fer Via – Nivell C1-C2, di Andana: ottimo libro per preparare l’esame C1 della Junta Qualificadora. Buona struttura, testi, esercizi ed audio.
De Dalt a Baix – Valencià nivell C2, di Bromera: il più completo manuale per preparare il C2. Rende la preparazione al più difficile degli esami più amena.
Diccionari Normatiu Valencià: dizionario online disponibile nel sito della Acadèmia Valenciana de la Llengua (o AVL). Quando hai già un buon livello, è un valido strumento.
La Flexió Verbal, di Enric Valor, pubblicato da Edicions Tres i Cuatre: è un riferimento obbligatorio a partire da un C1. Il migliore sui verbi valenzani.
Gramàtica Normativa Valenciana: è un enorme PDF disponibile gratuitamente nel sito della AVL. Molto completo, ma anche complesso da consultare. Io l’ho usato per chiarire dei dubbi specifici.
Vindrà La Mort I Tindrà Els Teus Ulls, di Urbà Lozano i Rovira, casa editrice Bromera: una vita tra Spagna e Sicilia è quella che è toccata al protagonista del romanzo di Lozano, autoctono di Alginet.
M’è bastato questo passo, in una delle prime pagine, per innamorarmene:
He tornat com me’n vaig anar. Fa trenta-tres anys a Sicília no m’esperava ningú, i de segur que ací no em trobaren a faltar. Després de fer el viatge en sentit invers em fa l’efecte que origen i destinació són bescanviables. El temps no, per desgràcia: quan vaig fugir era jove sense que en fóra conscient; avui dia, en canvi, em sé vell.
Poi:
La Guerra Civil Espanyola, di Paul Preston, per i tipi di Editorial Base: questo libro mi ha permesso di capire la Guerra Civile del ’36-’39 come nessun altro. È un tema tabù, che si tende ad evitare negli esami; però è interessante da conoscere e questa veste da graphic novel alleggerisce la cosa.
Testi scientifici in valenciano
Occhio: i temi scientifici non mancano negli esami della JQCV. Uno degli argomenti dell’esame di valenciano C1 del 2018, è stato les lleis del caos, le leggi del caos: molti studenti sono rimasti di stucco.
⏩ Le leggi del caos sono intimamente correlate con la fisica quantistica, la miniaturizzazione dei componenti informatici, le previsioni del tempo e quant’altro.
È una parte della scienza vivissima e di grande importante nel mondo contemporaneo.
Per questo, è probabile che esca fuori, anche a livelli più bassi del C1: quello che conta è essere produttivo all’interno del tuo livello. Se ti presenti al B2 e ti tocca questo tema, dovrai argomentare con gli strumenti propri di un B2; se invece ti esce in un C2, dovrai esprimerti di più e meglio.
Lascia che ti dica brevemente come ho fatto io.
Prima della mia prova, io ho acquisito un’infarinatura generale di scienza in valenciano, per poi approfondire di più un paio di campi: genetica e fisica, nel mio caso. La genetica è di moda da tempo, e il Bosone di Higgs era stato il pane quotidiano nell’anno precedente, da lì la mia scelta. Mi è toccata una domanda sull’ambiente: cos’ho fatto?
Ho iniziato brevemente dalla protezione dell’ambiente e l’inquinamento, per passare ad elogiare per dieci minuti la ricerca scientifica, campo in cui potevo esprimermi meglio.
Ricorda:
⏩ Negli esami della JQCV, i professori non vogliono una tesi magistrale: a loro interessa che tu sappia argomentare bene in valenciano, punto.
Ah, altra cosa venuta fuori nel mio esame è stato il CERN di Ginevra e il finanziamento pubblico alla scienza in Spagna. In un’altra sessione, OGM sì OGM no, per esempio.
El Capital Al Segle XXI, di Thomas Piketty, casa editrice RBA Llibres: è il libro di cui hanno parlato tutti fino allo scorso anno. Lo raccomando per il consolidato mix vincente: stile coinvolgente, lettura scorrevole, contenuto di valore; peraltro la crisi economica, l’economia collaborativa e il commercio elettronico sono temi che esce ad un esame sì e l’altro pure.
Astrofísica Per a Gent Amb Presses, di Neil deGrasse Tyson, pubblicato da Edicions 62: se al leggere Astrofísica ti sei spaventato, rilassati. È successo anche a me, poi mi sono ricreduto.
Il libro è semplicemente sensazionale e parla di cielo, pianeti e ricerca scientifica a non-scienziati, con un trasfondo ottimistico.
Letture per andare over the top
Se avessi già varcato la soglia del C1, questi libri qui sotto ti permetterebbero di fare un figurone.
Caminaràs Entre Elefants, di Ferran Torrent, casa editrice Columna: è la biografia di una delle personalità politiche più in vista della Comunità Valenzana.
Amata da molti, odiata da altrettanti, Mònica Oltra è una protagonista dell’ultimo decennio di vita democratica valenzana, difficile da ignorare. Al di là dell’orientamento politico, il libro è molto ben scritto.
Se inoltre finissero nell’esame temi come la partecipazione democratica o i meccanismi di rappresentatività, sapresti difenderti.
La plaça del diamant, di Mercè Rodoreda, Club Editor Jove: un romanzo ben scritto sullo sfondo di una delle vicende più rappresentative della seconda metà dell’800 valenzano. Piacevole da leggere, profonda l’analisi.
Històries Naturals De La Paraula, di Jesús Tuson Valls, casa editrice La Butxaca: se ti piacciono linguaggio e lingue, questo fa al caso tuo.
Nosaltres, els valencians, di Joan Fuster, casa editrice La Butxaca: uno dei testi fondamentali della cultura valenzana dell’ultimo mezzo secolo.
Els Pilars de la Terra, di Ken Follet, casa editrice Penguin Random House: le presentazioni sono superflue. È tradotto molto bene: in qualsiasi lingua, è un piacere papparsi le centinaia di pagine. Uno arriva alla fine e non ci crede.
#2 Ampliare le conoscenze acquisite
I libri ti danno una buona base, ma i mass media ti danno il feeling di dove tira l’opinione pubblica, le questioni scottanti del momento. L’attualità in un modo o nell’altro finisce sempre in questi esami.
Leggi i giornali in valenciano
El Levante ha delle sezioni in valenciano; ValenciaPlaza pure ha una parte del suo sito in valenciano.
È difficile trovare in altre testate un reportage così avvincente come questo sull’attacco dei vichinghi a Orihuela, dell’858 dC; El Periódico Mediterráneo, centrato su Castellón de la Plana, ha una sezione in valenciano di cronaca.
Altre testate, di diffusione locale o nazionale, offrono alcuni articoli in valenciano: di meno sul web, di più sulla carta stampata.
Guarda la TV in valenciano
Un’avvertenza: i giornalisti che parlano valenciano, sanno parlarlo. Ma gli intervistati, dipende. Non ti preoccupare: con il tempo, sarai capace di riconoscere gli errori, che è comunque un ottimo esercizio.
– La nuova televisione valenzana, À Punt, ha visto la luce poche settimane fa: ha notizie, documentari, magazine e quant’altro. Hanno assunto linguisti esperti, per cui i contenuti saranno ad hoc. Finora, inizio molto promettente.
– Il TG in valenciano della RTVE, la Rai spagnola, è anche un’opzione.
Ascolta la radio in valenciano
Le stazioni con programmazione in valenciano abbondano.
– À Punt Radio: clicca su Escolta’ns En Directe a destra in alto.
CV Radio: ha una sezione in valenciano.
99.9 València Radio: anche questa stazione ha una sezione in valenciano.
Guarda questi video in valenciano
L’Università Politecnica di València, tra le migliori del paese, offre una serie di video in valenciano, che devi assolutamente vedere. Offre anche questi esercizi, con soluzioni annesse.
Ma se ti presenti al C1 o al C2, non puoi dimenticare questi video della stessa UPV strutturati tipo MOOC (corsi virtuali aperti a tutti).
Puoi iscriverti e farli in qualsiasi momento dell’anno, ma facendoli i due mesi precedenti agli esami, puoi approfittare di un tutor online che risponde alle domande degli studenti.
Ulteriori strumenti per prepararti agli esami
– Normalmente, ti direi di scaricarti dal sito della Junta Qualificadora i modelli d’esame degli anni passati, ma siccome nel 2018 il formato dell’esame è ormai cambiato, ti suggerirei di farlo solo per avere un’idea del livello richiesto.
– Questa sezione del sito della JQCV è molto raccomandabile: dettati di valenciano, esercizi e software scaricabili. Tutto gratis e ben fatto. Vai sul sicuro.
– Per familiarizzarti con il linguaggio dell’ambito della comunicazione, il Llibre d’Estil del già citato conglomerato À Punt, è un ottimo strumento.
Ti permette tra l’altro di sapere come cucinano le notizie quelli della Radiotelevisione valenzana.
– Abituati fin dall’inizio ad evitare i barbarismes, le parole filtrate dallo spagnolo: trovi buoni testi al riguardo dappertutto.
#3 Parla valenciano da subito
In questa terra, praticare il valenciano è facile davvero. Se vivi in una zona valencianoparlante, c’è solo da uscire di casa.
Dì ad amici, suoceri e cognati spagnoli, vicini di casa, colleghi di lavoro, compagni di scuola e cassiere di supermercato che vuoi praticare il valenciano: stai certo che si faranno vivi in molti.
Ulteriori opzioni:
– Escuelas Oficiales de Idiomas: puoi mettere un annuncio nelle bacheche offrendoti per uno scambio linguistico.
Normalmente, in un paio d’ore avrai più partner linguistici di quanti immagini.
– Biblioteche: ci sono spesso gruppi di conversazione o bacheche per scambi linguistici. Farci un salto non costa nulla.
– Università Popolari, Escolas Permanents d’Adult, etc: come sopra, se passi di lì e fai sapere che stai cercando un partner per esercitare il valenciano, spunteranno parecchi interessati.
– C’è, altrimenti, anche questo servizio: Voluntariat Pel Valencià, gestito dall’organizzazione Escola Valenciana.
Mette in contatto gente che vuole migliorare il suo valenciano, con volontari che lo parlano perfettamente. Devi compilare un formulario dove indichi il tuo livello di valenciano, età, sesso, preferenze di orario e luogo, etc.
– Potresti anche fare affidamento su quelle risorse che uno userebbe per qualsiasi lingua: unirsi a un gruppo di MeetUp, frequentare uno di quei bar dove sai che ci sono scambi linguistici, iscriversi su Italki o Tandem. Soprattutto se vivi fuori dalla Comunità Valenzana, potrebbero fare al caso tuo.
#4 Lavora con un tutor di valenciano
Fa la differenza. Se anche avessi imparato valenciano da solo, con i testi che ti ho indicato, per esercitare l’Espressione Orale e l’Espressione Scritta, un tutor è necessario.
Nonostante avessi parlato e scritto in valenciano durante tre anni, prima di iniziare a preparare il mio Valencià Mitjà, facevo ancora degli errori da principiante.
Il punto è che, anche nel migliore degli scambi linguistici, anche supplicando alla gente di correggerti quando sbagli, spesso non accade. Perché? Perché pensano che sia maleducazione, perché in ogni caso hanno capito quello che volevi dire, perché è uno spreco d’energie: ognuno ha la sua ragione.
È facile trovare un buon professore di valenciano: siti web di inserzioni, poster pubblicati nelle bacheche di scuole e biblioteche, bigliettini sparsi in giro per le città, etc. Scegline uno, chiedi una lezione di prova e vai avanti.
#5 Vivi la vida valenciana
La cultura valenzana, che si insegna a scuola con grande impegno, è parte dei temi degli esami della Junta Qualificadora.

Alcuni dei temi che sono usciti, nella Comprensione Orale e Scritta:
- Il diritto consuetudinario di pesca nell’Albufera di Valencia;
- la conquista di Jaime I di Aragona;
- leggende delle principesse more;
- Ausiàs March;
- il Tribunale delle Acque;
- la vita di San Vincenzo Martire;
- la ceramica tra Onda e Manises;
- Joan Roís de Corella;
- l’arte tipica del socarra;
- la famiglia Borgia tra Gandia e Roma;
- la Ribellione delle Germanies;
- la manifattura delle espadrillas;
- Juan Luis Vives.
È chiaro che con un testo davanti, qualcosa riesci a capire: però io, per esempio, non ero un grande esperto di pesci, e a causa di ciò sull’esercizio a proposito della pesca nell’Albufera ho fatto errori.
Suggerimenti:
#1 Fai visite guidate nella Comunità Valenzana e compra guide in valenciano.
Mettere insieme turismo e cultura: non sai quanto m’è servito.
#2 Visita le principali attrazioni turistiche della Comunitat
– a València, Lonja de la Seda, Museo de la Seda, Cattedrale, el Palau de la Generalitat, la Cappella di San Nicolás, il Museo di Belle Arti, la Albufera, la Città delle Arti e delle Scienze;
– in provincia di València: Játiva, Chelva, Cofrentes, Tavernes de la Valldigna, Gandía, El Puig, Requena;
– in provincia di Castellón: Morella, Peñíscola, Vilafamés, Segorbe, Jérica, Montanejos, Vinaroz, Benicasim;
– in provincia di Alicante: Jijona, Denia, Calpe, Guadalest, Villena, Elche, Alcoy, Santa Pola.
#3 Conosci le principali espressioni artistiche locali
Il Misteri d’Elx di Elche, la Entrada de Moros y Cristianos di Alcoy, la Madalena di Castellón, la Tomatina de Buñol e, immancabilmente, le Fallas della capitale.

#4 La gastronomia valenzana
L’olleta, l’arnadì, i buñuelos, la horchata con fartons, la paella che genera sempre lunghe disquisizioni (c’è un bel libro che lo spiega: La Paella Spiegata Agli Italiani, di Pietro Scortechini), i flaons, tutti gli agrumi possibili immaginabili, l’all i pebre, el esgarraet, l’olio, etc.
#5 Gli elementi culturali tipicamente valenzani
Il meninfotisme, la pilota valenzana, l’horta, la bolla edilizia, il segle d’or de les lletres valencianes, i castelli degli ordini cavallereschi, l’eredità araba, il pittore Joaquín Sorolla, le isole della Comunità Valenzana, le abbondanti pitture rupestri, le querce da sughero, etc.
Consigli generali per l’esame di valenciano
Come ti dicevo, c’è molto materiale sul web per imparare la lingua.
#1 Stai attento a non perderti tra mille risorse diverse. Getta uno sguardo su tutte, poi concentrati sui tuoi manuali, il tuo dizionario valenciano – spagnolo, e un paio di risorse online.
#2 Sul web, il 99% del materiale che ad oggi ti prepara appositamente agli esami, è obsoleto. Gli esami della JQCV sono stati più o meno identici per trent’anni, quindi è normale.
Non finire fuori strada.
#3 Eccezione alla norma precedente: i dettati. Non c’è più il dittato, nei nuovi esami. Però io trovo che, come allenamento, sia buono.
Fa tra l’altro venire a galla i dubbi di ortografia che uno può avere.
#4 È buona regola infarcire scritti e dialoghi con frasi fatte e proverbi tipicamente valenzani: nei libri che ti ho indicato sopra, ne avrai in abbondanza.
#5 Preparati un nucleo forte di espressioni che potrai mettere dappertutto, in qualsiasi redazione, monologo o dialogo. Cose come: en primer lloc… en segon lloc… per últim, pel que fa a, d’una banda, etc.
#6 Preparati un bel gruppo di espressioni colte: dimostrerai d’aver fatto uno sforzo e di non aver imparato esclusivamente il valenciano informale del Bar Sport.
Il giorno dell’esame di valenciano
Il giorno dell’esame, è normale essere nervosi: il professore che ti esamina lo sa, e ne terrà conto.
Stai tranquillo.
#1 Essendo uno straniero che si presenta ad un esame di valenciano, stai certo che all’orale i professori ti chiederanno come mai tu, italiano/a, sei lì. Preparati un intervento interessante ed articolato: inizierai con il piede giusto.
#2 Arriva per tempo al centro d’esame, con il tuo NIE, la carta d’identità e il passaporto. Porta tutto quello che hai.
#3 Nel centro d’esame, ricordati di parlare in valenciano con tutti: personale amministrativo, professori e quant’altro.
Prima d’iniziare lo scritto, quando gli altri candidati si stavano ancora sedendo, ho chiesto ad un prof se potevo andare in bagno un minuto. In spagnolo. Il prof mi ha risposto:
Clar, però per ací parlem en valencià, d’acord?
Ui ui uiiii. Per descomptat, gràcies. Ara torne, sono riuscito a farfugliare.
#4 Il tempo è tutto! È uno dei fattori decisivi: la gestione del tempo durante l’esame.
Per farlo, non ci sono grandi trucchi: valenciano fluente ed esercitarsi molto a casa. A volte un esame è fattibile, se solo uno avesse il doppio del tempo.
#5 Se ti capita vicino uno di quegli individui che sono produttori naturali d’ansia, o uno che ti dice che è la quarta volta che si presenta, allontanati subito.
L’ansia e la sfortuna si contagiano.
#6 Oltre a penne e matite, portati una bottiglia d’acqua, una banana o uno snack e un pacchetto di chewing-gum. Vai e vinci!
La mia esperienza con gli esami di valenciano
Domanda da un milione di euro:
Sono difficili gli esami della Junta Qualificadora?
Prffff. Le lamentele sulla difficoltà abbondano tutti gli anni. Quando ho fatto l’A2, eravamo in cinque: io l’ho trovato straordinariamente facile, ma solo in due siamo stati promossi. Gli altri tre, madrelingua spagnoli non valencianofoni, sono stati bocciati, probabilmente per l’eccessiva leggerezza con cui l’hanno affrontato.
Con il C1 (allora chiamato Valencià Mitjà), fu invece tutt’altro.
Dai tempi dell’A2, avevo studiato valenciano a bassa intensità per due anni: studiavo nei manuali di testo poco per giorno, leggevo libri facili e meno facili, le notizie in valenciano, vedevo il canale TV Canal Nou e ascoltavo pure Nou Ràdio (oggi ambedue sostituite dal conglomerato A Punt).
Ero regolare: 30 o 60 minuti al giorno. A questo, ci aggiungevo tutto il tempo che potessi usarlo nel lavoro: parlavo in valenciano con chiunque. Tra 30 e 90 minuti al giorno, a seconda delle giornate.
Poi, dato che vivevo in una zona valencianoparlante, lo usavo con tutti quanti fossero bendisposti, quasi tutti. Facendo la spesa, uscendo con amici, in palestra: ovunque. Direi anche qui tra 30 minuti e un paio d’ore.
Quando ho deciso di presentarmi al C1 di valenciano, avevo ancora cinque mesi davanti a me.
Ho fatto alcune simulazioni e ho capito che… se non mi mettevo sotto, mi avrebbero bocciato. Studiavo, scrivevo e mi facevo correggere le redazioni da delle tutor esperte, con le quali mi riunivo anche per esercitare l’orale.
Il giorno dell’esame, sapevo che sarebbe potuta andare male, ma dopo lo sforzo fatto, le probabilità erano dalla mia parte. È andata bene alla fine.
Altre persone che conoscevo, madrelingua valenzani e non, hanno toppato. Parlandoci, hanno descritto l’esame come estremamente difficile, cosa che io non ho trovato: puoi trovare in questo articolo de El Mundo una delle testimonianze.
Una delle domande che mi sono toccate all’Espressione Orale, è stato un commento sul Premio Nobel della Pace a Malala Yousafzai. Uno dei due professori mi ha chiesto esattamente: “Che ne pensi del ruolo delle nuove tecnologie nell’educazione femminile nei paesi in via di sviluppo?”.
Dopo un brivido glaciale… ho abbozzato una cosa tipo: “beh, le nuove tecnologie sono certamente importanti nella scuola, sia per le bambine che per i bambini, dato che…” e a quel punto ho condotto la conversazione dove mi sentivo più a mio agio.
Il prof m’ha fatto una domanda… bizzarra ma alla fine voleva solo verificare che sapessi esporre con proprietà di linguaggio. Non devi difendere una tesi dottorale.
Detto ciò, avevo visto i modelli d’esame del livello superiore:
⏩ per ottenere il diploma C2, avevo (ed avrei) bisogno di almeno due anni di studio intenso.
Scartato: gli obiettivi devono essere ambiziosi, ma raggiungibili.
Sono pochissimi quanti hanno il diploma C2 Avançat: in linea di massima, o professori che danno lezione in valenciano, o laureati in lingua e letteratura catalana. Tra i non valenzani, ho conosciuto una sola persona, una ragazza italiana.
FAQ sul valenciano
D: Chiunque può iscriversi agli esami ed ottenere il titolo?
R: Chiunque. Non ci sono requisiti minimi di formazione, non c’è bisogno d’avere la cittadinanza spagnola.
Devi solo avere più di 16 anni e disporre di un NIE (Número de Identificación de Extranjero) o di un passaporto: il NIE, comunque, è meglio.
D: Posso presentarmi al livello più alto senza ottenere precedentemente i diplomi minori?
R: Sì. Puoi presentarti direttamente all’esame di valenciano che preferisci.
D: Dove posso fare l’esame?
R: In uno qualsiasi dei 24 centri d’esame. Da nord a sud, dalla costa all’entroterra, c’è l’imbarazzo della scelta.
D: Gli ipovedenti, ipoacusici o con altre disabilità, possono presentarsi?
R: Certo! Per avere un’esame adattato, basta segnalarlo all’atto dell’iscrizione.
D: Quanto ci vuole ad avere i risultati?
R: Nel mio caso, una settimana per avere il risultato sul web, e un mese e mezzo per ricevere il diploma a casa.
D: È vero che se uno si presenta in un piccolo centro, o in una zona prevalentemente ispanofona, l’esame sarà più facile?
R: Pfff, sento spesso queste teorie.
Si vocifera di tutto: è più facile se vai in un paesello piuttosto che nel centro d’esame di una grande città (o viceversa); è più facile se vai in una zona prevalentemente castellanoparlante (o il contrario); i professori del tal centro sono più severi di quelli dell’altro… leggende metropolitane, secondo me.
Iscriviti dove ti viene più comodo e basta.
D: Ho un titolo ottenuto in Catalogna, o nelle Baleari. È valido nella Comunità valenzana?
R: Dal 2017, la maggior parte dei diplomi di catalano ottenuti in Catalogna e Baleari, sono validi anche qui (Ordine del 2 marzo della GVA). E ti confermo che i titoli della JQCV sono validi in Catalogna e nelle Baleari.
D: Ho già studiato un po’ di valenciano, lo parlo in giro e mi dicono tutti che in realtà sto parlando catalano! Aiuto!
R: Succede. Ci sono un paio di considerazioni da fare.
Una parte della popolazione considera valencià la lingua parlata nel paese e nei kmq intorno.
Ad un certo punto, pochi decenni fa, si è deciso di fare ordine e di stabilire un’ortografia valida per tutti, parole valide per tutti, una grammatica uniforme da Vinaroz, nord provincia di Castellón, a Pilar de la Horadada, sud provincia di Alicante.
Cosa ha comportato?
In molti l’hanno sentita come una lingua artificiale, che non è la lingua materna di nessuno. Per di più, con forti influssi catalani, secondo loro.
E qui viene la seconda considerazione: il dibattito spesso degenera, quindi ti suggerirei di evitarlo.
Ad ogni modo, dal punto di vista scientifico, il valenciano è parte del fenomeno linguistico che in Catalogna si chiama catalán e nelle Baleari si chiama balear.
D: Posso iscrivermi a due esami nello stesso anno?
R: Sì. Puoi iscriverti ad un esame nella prima sessione di giugno, e ad un altro nella secondo sessione di ottobre-novembre. Di fatto, molti fanno così.
D: Come mi iscrivo all’esame?
R: Puoi iscriverti esclusivamente tramite il sito web e solo ad un’epoca d’esame per un esame concreto.
Prima potevi iscriverti a giugno e se non ti presentavi, potevi ancora andare alla sessione di novembre: adesso non si può più. Dovresti iscriverti due volte, se volessi presentarti due volte.
D: Quindi non ci sono esempi d’esame disponibili?
R: Qualcosa c’è, ma poco, sul sito della JQCV.
D: Ho assolutamente bisogno di un diploma per acquisire punteggio, al più presto possibile. Che faccio?
R: Io farei così. Nello stesso anno, mi iscriverei in primo luogo ad un esame che so di poter passare; poi, temerariamente, ad un esame superiore al mio livello attuale.
Esempio: a giugno farò il B1, ma a novembre mi butterò sul B2. Se va male il B1, ho ancora quattro-cinque mesi per darci sotto ed essere all’altezza del B2; se va bene, mi porto a casa un diploma e nel frattempo mi preparo con più o meno calma alla nuova sfida.
Inoltre, puoi usare a tuo vantaggio l’organizzazione stessa dell’esame.
Il C1, e pure il C2, si svolgono in due giorni diversi, a due o tre settimane di distanza l’uno dall’altro: prima lo scritto, poi l’orale.
⏩ Se hai poco tempo per prepararti, puoi riservarti la preparazione all’Espressione Orale per quelle due-tre settimane.
D: Come può essere così difficile, se praticamente è un dialetto dello spagnolo?
R: Ehhhh occhio. La comprensione di testi superficiali è facile, ma riuscire a seguire la maggioranza delle conversazioni, saper parlare bene di una varietà di temi e scrivere come si deve, è difficile.
La tentazione di buttare là una parola spagnola, valenzanizzandola, è da evitare. Per intenderci, se dicessi:
bocadill de xamó i qués, invece di entrepà de pernil i formatge
puoi lasciare il centro d’esame ed esiliarti in Svizzera. Ausiàs March si starà rigirando nella tomba a causa tua.
⏩ Fai attenzione anche ai barbarismes e quando puoi usa sempre una parola valenzana con pedigree.
D: Quali sono gli esami più gettonati?
R: Dei nuovi esami, sembra che il C1 sia il maggioritario, seguito dal C2. C’è ormai una grande rincorsa ai livelli più alti: fino a pochi anni fa, il C2 lo prendevano solo professori e traduttori, mentre adesso lo prendono tutti, che abbiano una laurea in filologia catalana o meno.
Non è che i livelli alti siano più facili ora di quanto fossero prima: è che è aumentato l’interesse di enti pubblici e aziende, è aumentata la richiesta dei candidati, e di conseguenza è aumentato il livello dei certificati.
D: T’è servito alla fine, questo benedetto diploma C1?
R: Sì! Te lo spiego qui sotto.
Come mi è servito il diploma Mitjà di valenciano.
Essendo felicemente dedicato alle lingue e al marketing digitale, non ho fatto (ancora) concorsi pubblici, ma m’è servito in altri modi:
#1 In primo luogo, mi ha messo il turbo.
Avrei imparato valenciano lo stesso, ma in più tempo.
#2 È un grimaldello fenomenale per rompere il ghiaccio socialmente. Provare per credere.
#3 Presentarsi in valenciano a clienti, soci e fornitori che lo parlano come prima lingua, non ha ha prezzo.
Porta immediatamente la relazione ad un altro livello.
Ho strappato sconti, pagamenti più rapidi, quantità maggiori a parità di prezzo… ho fatto il Mistery Shopper in valenciano, ho potuto fare ricerche storiche parlando con anziani che si sentivano più a loro agio con il valenciano. Mi si sono aperte molte porte.
#4 Ci sono libri, canzoni e commedie teatrali spettacolari, in valenciano.
In spagnolo, non è la stessa cosa; e alcune di queste, sono solo in valenciano.
#5 Li ho portati al Servef (il centro per l’impiego regionale).
Li hanno aggiunti al mio curriculum online. Nel breve lasso di tempo in cui sono stato disoccupato, sono stato contattato da due aziende che cercavano personale con valenciano ed italiano fluenti. Ad altri amici, idem.
Nel peggiore dei casi, è comunque un ottimo plus.
#6 Mi ha dato una prospettiva di prima mano sulla Spagna contemporanea.
Nelle varie identità che si scontrano e incontrano, c’è molta lingua.
#7 Mi ha permesso di conoscere più gente e fare più amici di quanti ne avrei fatto solo con lo spagnolo.
Questa è stata la mia esperienza. Anche da non spagnolo, un attestato di valenciano può essere di grande aiuto.
Insegnanti, bidelli, personale amministrativo negli uffici pubblici, personale sanitario, aziende statali e parastatali, forze dell’ordine, monitores de tiempo libre.
⏩Per trovare lavoro a Valencia, o a Barcellona, o nelle Isole Baleari, è importante.
Praticamente tutti quanti si presentano ad un concorso pubblico, lo fanno armati di un diploma di valenciano. Anche in aziende private, tuttavia: ci sono bar, ristoranti, negozi e agenzie che preferiscono assumere persone con un diploma B2 o C1 in tasca.
Non è che non chiedano francese, tedesco, inglese o cinese: chiedono pure quelli.
Potrebbero limitarsi a vedere se lo parli o meno, senza bisogno di certificato, penserai. Vero, ma se ricevi 500 curriculum ad ogni offerta di lavoro che pubblichi, inizi a filtrare e uno dei filtri è per pezzi di carta posseduti. Se hai un diploma di valenciano, il lavoro può essere tuo.
CONCLUSIONI
Spero che questo post ti sia stato d’aiuto.
Ho cercato di distillare e divulgare tutto quanto so sui diplomi della Junta Qualificadora de Coneixements de Valencià, appreso durante gli anni di studio della lingua e preparazione agli esami.
Ne sapevi già qualcosa?
⏩ Se vuoi ulteriori informazioni sul nuovo Valencià Mitjà, che adesso si chiama semplicemente C1 di Valenciano ⤵
C1 di Valenciano: Benvenuto! E Ciao Ciao Valencià Mitjà
Se sei piuttosto dall’altra parte, allora inizia da zero ⤵
Valenciano A2: Guida al Certificato Linguistico della JQCV
Fammi pure sapere che ne pensi di questo post.
Possa vedere anche tu, un giorno, questo risultato nella sezione Resultats del sito web della JQCV 😉
Aggiungerò presto altri post sull’argomento, quindi mantieniti sintonizzato!
🙏 Condividi il post con gli abbisognati! 🙏
Molta sort! 🤞
Il tuo consulente linguistico personale,
Fabio
Lascia un commento